12 ottobre 2025
Aggiornato 13:30
Operazione Enduring Freedom

Strage di civili in Afghanistan, 76 morti

Fassino: «Così si perdono la guerra, la faccia e l'onore»

Le forze di sicurezza afghane e la coalizione a guida Usa hanno sferrato la notte scorsa un raid contro i taleban, nei pressi di Herat, nell'ovest dell'Afghanistan, ma l'operazione, secondo il governo afghano, si è trasformata in una strage di civili: 76, tra cui 50 bambini e 19 donne, accanto a 25 insorti uccisi. «Forze di polizia afghane e militari americani hanno attaccato alle due del mattino posizioni dei taleban nel distretto di Shindand» aveva riferito in mattinata il portavoce del ministero della Difesa afghano, il generale Mohammad Zaher Azimi. «In totale - aveva aggiunto - 25 taleban sono stati uccisi, tra cui due importanti comandanti. Ma purtroppo anche cinque civili sono morti». In serata, poi, è stato il ministero dell'interno di Kabul a riferire che «76 civili, di cui 50 bambini e 19 donne, sono rimasti uccisi oggi in un'operazione delle forze della coalizione nel distretto di Shindand». In un comunicato il ministero ha espresso il «suo più vivo rincrescimento per questo incidente involontario e ha inviato sul posto una delegazione di dieci persone per ottenere maggiori dettagli una volta che l'inchiesta sarà terminata».

Numerose altre persone, ha aggiunto il ministero, sono rimaste ferite e le loro condizioni sono critiche. Il portavoce della coalizione a comando americano, Nathan Perry, che stamani aveva fornito un bilancio 30 combattenti islamici uccisi e cinque arrestati, ha invece ribadito in serata di «non avere la minima informazione» su vittime civili.

Intanto i taleban non fermano la loro offensiva contro le truppe straniere e intensificano attacchi e attentati in gran parte dell'Afghanistan: dalla regione occidentale di Herat (dove sono schierati anche militari italiani) a quelle meridionali di Helmand e Kandahar, a quelle orientali di Ghazni e Paktika (vicine al turbolento confine con il Pakistan), fin quasi a raggiungere le porte di Kabul. Non lontano dalla capitale, stamani, tre militari italiani sono rimasti feriti in modo non grave in un attentato con un ordigno rudimentale comandato a distanza. La morte di un soldato della coalizione, di cui non è stata resa nota la nazionalità, ucciso stamani nell'est del Paese, ha portato a 41 il numero dei militari stranieri (della coalizione a guida Usa 'Enduring Freedom' e dell'Isaf) caduti in Afghanistan in agosto che, dopo lo scorso giugno, si sta rivelando il mese più sanguinoso dall'invasione del 2001: martedì i 10 soldati francesi uccisi in un'imboscata a 50 chilometri da Kabul, poi la morte di tre polacchi e tre canadesi, solo per citare gli attentati degli ultimi giorni in diverse parti dell'Afghanistan. Per rendere omaggio alle tre vittime polacche oggi il premier Donald Tusk ha fatto visita al contingente di Varsavia schierato nella provincia di Ghazni.

E a causa dell'intensificarsi degli scontri al confine tra Afghanistan e Pakistan, inoltre, più di 200.000 persone, secondo il Comitato internazionale della Croce Rossa, risultano sfollate nel distretto pachistano di Bajaur.

Fassino: così si perdono sia la guerra che la faccia - «Cosi non solo si perde la guerra ma anche la faccia e l’onore». Con queste dure parole Piero Fassino, titolare degli Affari Esteri nel Governo- ombra del PD ha stigmatizzato il bombardamento delle forze Isaf in Afghanistan. «I paesi democratici -ha aggiunto Fassino- hanno mandato i loro soldati in Afghanistan per liberarlo dalla violenza dei talebani e dal terrorismo, e non per atterrire la popolazione civile provocando vittime innocenti. Non lo si deve mai dimenticare, se non si vuole smarrire la ragione stessa per cui si è lì.»