Spaziante: «Su caso anziano adeguata assistenza»
«Non c’è stato il solito peregrinare del paziente e il mancato ricovero per mancanza di posti letto o di angiografi non funzionati»
Arrivato alle 7,53 per sospetto ictus al pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme dove è stata effettuata diagnosi appropriata (emorragia subaracnoidea) ed è stata individuata la terapia idonea (embolizzazione mediante angiografia), trasferito alle 11,59 presso l’ospedale «Pugliese» di Catanzaro, dove venivano garantite consulenze neurochirurgica e rianimatoria ed esami vari, alle 13 ,45 il paziente V.M, 78 anni, dopo il mancato ricovero da parte di vari presidi ospedalieri che non avevano possibilità di gestire una tale emergenza mediante un intervento innovativo come quello necessario, è stato trasferito in eliambulanza a Bari dove gli è stata bloccata l’emorragia.
È tutta qui, la vicenda dell’anziano paziente calabrese, ora ricoverato in Rianimazione all’ospedale di Andria. Su sollecitazione del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e dell’assessore regionale alla Sanità, Vincenzo Spaziante, l’ha ricostruita, in maniera dettagliata, il direttore generale del Dipartimento alla Salute della Regione Calabria, Andrea Guerzoni, sulla base delle relazioni della polizia di Stato e dei sanitari dei nosocomi calabresi (Lamezia, Catanzaro «Pugliese», Catanzaro «Mater Domini», Cosenza e Reggio Calabria). Qualche disfunzione si è registrata sui protocolli tra ospedali, ma ciò – secondo una nota dell’ufficio stampa della Regione – non ha influito sui tempi e sull’adeguatezza dell’assistenza. V.M. aveva, infatti, necessità di un delicato intervento di neuroradiologia interventistica che pochi presidi ospedalieri sono in grado di garantire.
«Non c’è stato – ha affermato l’assessore regionale alla Sanità Vincenzo Spaziante – il solito peregrinare del paziente e il mancato ricovero per mancanza di posti letto o di angiografi non funzionati (a Reggio c’è e funziona regolarmente, così come a Cosenza e altrove) e neppure di professionalità, bensì si è trattato, di un caso dovuto a mancanza di una struttura – e ciò non riguarda solo la Calabria – idonea a gestire un così delicato intervento, cosa a cui stiamo da tempo concretamente lavorando anche se non si può realizzare da un giorno all’altro»
Per il trasferimento del paziente in neurochirurgia il pronto soccorso di Lamezia aveva contattato cinque presidi calabresi e due siciliani (Messina e Catania). Non hanno risposto le Neurochirurgie di Napoli (Università Federico II) e il Policlinico di Palermo.