Incendi, Loiero: «Pericolo diossina è reale e documentato»
«Recenti ricerche mettono in evidenza la produzione di diossine negli incendi dei boschi»
«Il pericolo di contaminazioni tossiche da diossina derivante dall'incendio dei boschi esiste e si può arrivare alle percentuali di immissione altissime da me denunciate se assieme ai boschi bruciano discariche più o meno abusive, come è accaduto». E' netta la denuncia del presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, allarmato anche per la salute dei calabresi dopo l'emergenza incendi dei giorni scorsi.
«Recenti ricerche condotte da studiosi come Brian K. Gullett e Abderrahmane Touati - spiega Loiero in una nota del portavoce - mettono in evidenza la produzione di diossine negli incendi dei boschi. Secondo l'EPA, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente americana, nel 2004 tali incendi sarebbero stati responsabili della immissione nell'ambiente del 54% delle diossine negli Stati Uniti. La stessa Agenzia ha messo in evidenza che i pericoli per la salute della diossina sono più importanti di quel che si pensasse».
Secondo Loiero, quindi «è del tutto evidente che sulla base di queste informazioni in generale gli incendi boschivi, con particolare riguardo poi a quelli di rifiuti e discariche, anche nella nostra Calabria debbano essere evitati come precauzione. Questo è il senso del mio allarme in seguito ai numerosi e devastanti incendi dei giorni scorsi con conseguente invito ai cittadini di denunciare i piromani che attentano al nostro patrimonio naturale e alla nostra stessa salute».
Che ci siano pericoli per la salute, Loiero non ha dubbi: «Non sono io a sostenerlo - afferma - lo dicono studiosi di fama internazionale. Cito per tutti il professor Silvano Focardi, Rettore dell'Università di Siena, uno dei massimi esperti al mondo di ecotossicologia. Minimizzare, quindi, è un rischio aggiuntivo che si corre. Bisogna prenderne invece coscienza e prevenire, perché abbiamo visto che su 350 roghi in Calabria molti si sono verificati in zone che nascondevano discariche abusive. Basta guardare a Pizzo, dove l'incendio si è prodotto in una discarica di copertoni, con colonne di fumo nero, tutta diossina finita nell'aria».
«Su questi problemi - aggiunge Loiero - bisogna affidarsi ai tecnici. Non ci si può improvvisare esperti perché si rischiano cantonate. Le stesse associazioni ambientalistiche, in verità, sono allarmate. E la letteratura internazionale, quella più accreditata, ci dice che le contaminazione tossiche derivanti dall'incendio dei boschi sono pericolose e che i composti di diossina, anche a un livelli molto bassi, deprimono il sistema immunitario e causano affezioni respiratorie, otiti e, più drammaticamente, tumori».
«Per tale motivo - conclude il presidente Loiero - pensiamo a un piano di sorveglianza sulla contaminazione da diossine per eventuali interventi di prevenzione da adottare. L'Arpacal, che fino a oggi non ha mai fatto studi specifici sulla diossina, si è adesso attrezzata con cinque unità mobili per monitorarne, da settembre in poi, i livelli esistenti in Calabria».