18 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Proposta di legge FI per le Badandi

Badanti: «Corsi di formazione e istituzione di un registro regionale»

«La Regione deve affrontare il fenomeno delle badanti, garantendo il riconoscimento professionale di chi si occupa a tempo pieno dei nostri anziani e offrendo alle famiglie la possibilità di scegliere persone realmente preparate»

«La Regione deve affrontare il fenomeno delle badanti, garantendo il riconoscimento professionale di chi si occupa a tempo pieno dei nostri anziani e offrendo alle famiglie la possibilità di scegliere persone realmente preparate». Alla luce del progressivo aumento delle richieste di assistenza e dei flussi migratori, il capogruppo di Forza Italia Angelo Burzi e Mariangela Cotto, vicepresidente del Consiglio regionale, sollevano il problema della regolarizzazione delle assistenti familiari straniere, mediante una proposta di legge presentata in Regione per la valorizzazione del profilo professionale e formativo. Alla conferenza stampa di presentazione della proposta di legge, svoltasi oggi a Torino, nella Sala dei Presidenti di palazzo Lascaris, erano presenti anche i consiglieri regionali di Forza Italia Luca Caramella, Ugo Cavallera, Alberto Cirio, Lorenzo Leardi, Giampiero Leo, Luca Pedrale e Pietro Francesco Toselli.

«Il tema delle assistenti familiari è diventato anche dal punto di vista numerico di grande rilievo – spiega Burzi - ma risulta ancora un ambito non regolamentato e privo della necessaria formazione. L’aspetto più importante della proposta di legge riguarda l’attivazione di corsi di formazione, grazie all’erogazione di contributi regionali a soggetti pubblici e privati. In particolare chiediamo la realizzazione di un modulo formativo di cento ore complessive, predisposto anche in forma multimediale tramite dvd forniti gratuitamente dai soggetti organizzatori. Un corso articolato in diverse discipline, dalla lingua italiana, all’assistenza alla persona, dall’alimentazione alla comunicazione».

Elementi fondamentali per chi deve prendersi cura di persone in difficoltà, non soltanto motorie. «D’altronde – osserva Cotto – chi sceglie di tenere un anziano a casa e di assumere una badante si affida in genere al passaparola, all’esperienza di altre famiglie. Ma in questo modo le incognite restano troppe. Non dimentichiamo che il ruolo dell’assistente familiare è molto delicato, visto che deve occuparsi della cura e dell’igiene della persona e dell’ambiente domestico, nonché della preparazione e somministrazione dei pasti, della sorveglianza e della compagnia».

La proposta di legge prevede inoltre l’istituzione di un registro pubblico regionale, proprio per favorire l’incontro tra domanda e offerta. «In questo modo – sostengono Burzi e Cotto - le famiglie avrebbero un punto di riferimento a garanzia della professionalità delle assistenti, dal momento che il registro raccoglie tutte le informazioni, compreso il titolo di studio e le esperienze lavorative maturate».

Secondo i consiglieri azzurri in pochi anni il numero delle badanti è pressoché raddoppiato. Secondo dati Inps, in Piemonte il numero di collaboratori domestici è aumentato da circa 23mila unità nel 2001 a oltre 40mila nel 2005. Nella nostra Regione, inoltre, vengono erogati circa 80 mila assegni di accompagnamento a persone non più in grado di svolgere autonomamente la propria vita quotidiana. «A questi numeri - sottolinea Cotto – è necessario aggiungere una notevole quota di collaboratori domestici non regolarizzati, ed è facile intuire che il quadro di riferimento del fenomeno stia assumendo dimensioni preoccupanti, se non regolato in tempo».