Biondi: «Fare start up non è così differente da fare impresa»
Il Co founder di AdEspresso, è protagonista di un exit milionaria: «La realtà è che quasi sempre ci sono anni di lavoro alle spalle, nell'ombra, dove partendo dal poco o dal niente con fatica si costruisce, si mettono insieme risorse, asset, tecnologia, clienti e poi si costruisce da lì».
ROMA - Armando Biondi, cofounder di AdEspresso, start up italiana recentemente acquisita dal colosso canadese Hootsuite, è l'esempio di come dall'idea vincente si possa costruire un percorso di business milionario. Ma con tanta fatica e difficoltà, senza mai mollare. Lo ha spiegato nel corso dell'ultimo HiTalk di Luiss Enlabs, arrivando a Roma direttamente da San Francisco. Che differenza c'è allora tra fare impresa tradizionale e fare impresa start up?
Dall'idea all'esecuzione passano mesi, se non anni
«Fare start up non è poi così differente da fare impresa - sottolinea Biondi -. Quello che cambia sono le dinamiche di funzionamento e come arrivi più efficacemente ad una quantità di clienti più grande in più breve tempo. Tolto questo rimangono tutte le complessità del fare azienda e del fare business. Dall'idea all'esecuzione passano mesi, se non anni. Questo è un altro dei miti da sfatare, la storia del successo overnight che dall'oggi al domani diventa la storia di un business plurimilionario. La realtà è che quasi sempre ci sono anni di lavoro alle spalle, nell'ombra, dove partendo dal poco o dal niente con fatica si costruisce, si mettono insieme risorse, asset, tecnologia, clienti e poi si costruisce da lì».
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