29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
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Il concorso per le startup italiane che vogliono andare in Cina

Possono candidarsi le startup che abbiano sviluppato dei progetti attinenti ai settori alimentare, culturale, moda e design, scienze della vita e altro ancora

Il concorso per le startup italiane che vogliono andare in Cina
Il concorso per le startup italiane che vogliono andare in Cina Foto: Shutterstock

ROMA - Pechino si apre all’Italia, o meglio, alle startup. Una delle nazioni più all’avanguardia nei settori della robotica e dell’intelligenza artificiale ha deciso di portare la sua competizione tra aziende innovative anche nel nostro Paese. L’Overseas talent and entrepreneurship conference (Otec) del Chaoyang District, il quartiere degli affari di Pechino, è a caccia di talenti italiani. L’evento rappresenta uno dei ponti più importanti per accedere ai capitali e al mercato cinese.

La selezione delle startup, in Italia, è affidata a Tech Silu, società fondata da due ex startupper italiani per far incontrare le aziende del nostro paese con quelle della Cina. A partire dal 2 maggio al primo giugno 2018 è possibile candidarsi alla selezione tramite F6S. Le prime otto parteciperanno al primo evento Otec in Italia a Milano il 29 giugno. Durante quell’occasione una giuria specifica selezionerà i 2 progetti più meritevoli che avranno la possibilità di partecipare alla competizione internazionale che si svolgerà a Pechino il 10 agosto.

Perché è un’opportunità importante? Perché il nuovo Eldorado degli innovativi è in Cina. Il numero delle scaleup è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. Ad oggi, la Cina ospita oltre un terzo delle nascite di unicorno. Merito del Governo cinese che ha avviato recentemente un ottimo programma di incentivi per sostenere lo sviluppo delle nuove tecnologie: entro il 2030 la Cina dovrà essere il leader mondiale dell’intelligenza artificiale. Al servizio dell'operazione ci sono risorse stimate in 150 miliardi di yuan (circa 22 miliardi di dollari) entro il 2020, mentre i settori legati all'Ai sono valutati 1.000 miliardi di yuan, secondo le proiezioni governative. Entro il 2025, questi valori saliranno, rispettivamente a 400 e 5.000 miliardi di yuan (quasi 750 miliardi di dollari). Insomma, numeri da capogiro. Di questo passo è probabile che la Cina diventi molto più attrattiva della Silicon Valley, quanto a innovazione.

Possono candidarsi le startup che abbiano sviluppato dei progetti attinenti ai settori alimentare, culturale, moda e design, scienze della vita, tecnologie verdi e smart city, manifattura intelligente, intelligenza artificiale, big data, machine learning, internet of things e new materials. In palio ci sono un milione di renminbi di finanziamento, pari a 130mila euro, tre mesi di affitto gratis in uno spazio di lavoro e 15mila euro dal governo cinese per la registrazione delle startup. Le imprese innovative che non saranno selezionate avranno comunque una via d’accesso facilitata per iscriversi al programma China Lab, creato da Tech Silu.