29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
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Automazione e robot: quanto rischia l'Italia?

È interessante notare che i paesi con il maggior numero di robot sono anche i più ricchi e hanno i tassi di disoccupazione più bassi

MILANO - Secondo un nuovo rapporto di The Economist, la Corea del Sud, la Germania e il Giappone sono i paesi più preparati per la prossima ondata di automazione. In poche parole? Dispongono di competenze che sapranno gestire i robot, sempre più numerosi all’interno delle fabbriche del futuro. L’Italia, su 25 nazioni prese in considerazione, si trova al 12esimo posto.

I Paesi più a rischio sono, invece, il Messico, il Vietnam e l’Indonesia.

Gli imminenti progressi della robotica, dell'intelligenza artificiale e dell'automazione rischiano di rendere obsoleti molti posti di lavoro nei prossimi decenni. Nella peggiore delle ipotesi, 800 milioni di posti di lavoro potrebbero andare perduti a livello globale. Posti di lavoro che saranno sostituiti dai robot.

Secondo la relazione, sia i paesi molto ricchi che quelli molto poveri registreranno risultati migliori della media nei prossimi grandi cambiamenti. I paesi ricchi stanno aggiungendo rapidamente robot e hanno le risorse necessarie a preparare le loro popolazioni ai prossimi cambiamenti. I paesi poveri, d'altro canto, hanno meno produzione di massa e quindi vedono ridotti notevolmente i rischi legati all’automazione. Le nazioni più sfidate saranno i paesi a medio reddito con una notevole capacità produttiva. E, in questo quadro più o meno drammatico che vede il mondo piuttosto frastagliato, l’Italia sembra avere una posizione piuttosto rischiosa.

Ma non sono solo i posti di lavoro nel settore manifatturiero a costituire il potenziale blocco di smistamento. Anche i lavori degli impiegati sono a rischio. Già oggi i software, ad esempio, hanno eliminato molte delle mansioni che prima erano in capo agli impiegati. Solo in Italia, gli studi di commercialisti e avvocati hanno speso, durante il 2017, 1,172 milioni di euro in tecnologie ICT, con una crescita del 2,6% rispetto ai dodici mesi precedenti, trainata soprattutto da investimenti per l’adeguamento a obblighi normativi.

Come possono i paesi migliorare le loro possibilità?

I programmi di formazione STEM che si concentrano sulla scienza e la tecnologia sono un passo. Concentrarsi sulle competenze trasversali come la creatività è un'altra cosa. Programmi di apprendimento permanente per migliorare regolarmente le proprie competenze, e la formazione professionale che enfatizzi il lavoro con i robot. Il dato più interessante è, tuttavia, quello che dimostra come i paesi più ricchi sono anche quelli che hanno il maggior numero di robot e tassi di disoccupazione più bassi. Cosa significa? Che l’automazione ucciderà i lavoratori, a meno che questi non siano in grado di gestirla.