19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
tech

La blockchain e l'era dell'«Internet of Value»

La rivoluzione della blockchain sta toccando più settori e diventa sinonimo di trasparenza e sicurezza

La blockchain e l'era dell'«Internet of Value»
La blockchain e l'era dell'«Internet of Value» Foto: Shutterstock

MILANO - Mentre la febbre da bitcoin inizia a scendere e si accende il dibattito su opportunità e rischi delle criptovalute, partono le prime sperimentazioni per sfruttare la blockchain negli ambiti più diversi. Oggi tutti gli attori di business - dalle banche alle assicurazioni, dalle aziende manifatturiere ai media - si stanno interessando alla tecnologia della «catena di blocchi» e sono 331 i progetti (partiti o solo annunciati) censiti a livello internazionale da gennaio 2016 a oggi, di cui 172 sono in fase di test o operativi.

La blockchain, della famiglia dei Distributed Ledger (i sistemi che permettono ai nodi di una rete di raggiungere il consenso sulle modifiche di un registro distribuito in assenza di un ente centrale), è una tecnologia in cui il registro distribuito è strutturato come una catena di blocchi contenenti transazioni: le principali caratteristiche sono l’immutabilità del registro, la tracciabilità delle transazioni e la sicurezza. È la tecnologia alla base del bitcoin, la più famosa tra le criptovalute, cioè le monete digitali decentralizzate che utilizzano tecniche crittografiche per garantire la sicurezza degli scambi tra utenti: a differenza di una valuta tradizionale, non esistono enti centrali finanziari e le regole di scambio sono scritte in un software open-source pubblicamente verificabile.

Una rivoluzione che tocca più settori, laddove la blockchain diventa sinonimo di trasparenza e utilizzata soprattutto per combattere le frodi. L’espansione è esponenziale, nonostante i modelli di business non siano del tutto chiari e vi sia l’assenza di uno standard definito a livello globale. Le sperimentazioni avviate o in fase di «Proof of concept» nel 2017 sono cresciute del 73% rispetto all’anno precedente, mentre gli annunci, che però spesso non portano a risultati concreti, sono stati addirittura il 273% in più. La grande maggioranza dei progetti, pari al 59% di quelli censiti ad oggi, è stata sviluppata nel settore finanziario, ma dal 2017 si nota un progressivo ampliamento degli ambiti applicativi che interessano anche l’attività di governo (il 9%), della logistica (7,2%), delle utility (3,9%), dell’agrifood (3%), delle assicurazioni (2,7%), fino all’healthcare (2,4%), al trasporto aereo (2,4%), ai media (1,8%) e alle telecomunicazioni (1,2%). La blockchain oggi è principalmente utilizzata per processi nei sistemi di pagamento (94 progetti), per il tracciamento e supply chain (67), per la gestione dati e documenti (64) e per il mercato dei capitali (51).

Nell’ultimo periodo, in particolare, abbiamo assistito a un costante utilizzo della blockchain all’intero della filiera alimentare: la trasparenza sulla linea di produzione, in questo settore, assume - infatti - un’importanza fondamentale. Attraverso semplici QR-code sull’etichetta degli alimenti, è possibile risalire a tutte le informazioni che riguardano il prodotto, da quando è nata la materia prima fino al suo inscatolamento. Potremmo scoprire, per esempio, che un’isnalata «bio» è stata coltivata vicino a un’autostrada. Oppure che al bestiame sono stati somministrati particolari tipi di vaccini che non intendiamo introdurre indirettamente nel nostro organismo. La blockchain permette, infatti, di registrare tutte queste informazioni e quindi di rendere l’intera filiera molto più trasparente.

Secondo l’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano, anche i governi e le banche centrali, dopo l’iniziale diffidenza legata alla capacità di disintermediazione delle criptovalute, hanno iniziato a studiare il fenomeno per rendere più efficienti monete e sistemi di pagamento: 29 banche centrali di tutto il mondo si sono già attivate sul tema blockchain e oggi si contano 9 progetti retail, 19 orientati ai pagamenti interbancari e 8 progetti di ricerca su possibili applicazioni blockchain.

Oggi la Blockchain potrebbe essere il fattore chiave per abilitare la nuova generazione di Internet, ovvero l’«Internet of Value»: una rete digitale di nodi che si trasferiscono valore, in assenza di fiducia, attraverso un sistema di algoritmi e regole crittografiche che permette di raggiungere il consenso sulle modifiche di un registro distribuito che tiene traccia dei trasferimenti di valore tramite asset digitali univoci. «La rivoluzione digitale della blockchain è solo agli inizi – afferma Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger–. Le potenzialità sono enormi, in gran parte ancora da esplorare e non solo in ambito finanziario. In Italia il tema è ancora poco conosciuto e si evidenziano al momento poche sperimentazioni, ma è cruciale mettere a fuoco le opportunità per il business per cogliere i benefici di una tecnologia che potrebbe essere in grado di portare al cosiddetto ‘Internet of Value, una nuova generazione di Internet in cui ci si possa scambiare valore allo stesso modo con cui ci si scambiano le informazioni».