25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
blockchain

La Sierra Leone è il primo paese al mondo ad aver votato con la Blockchain

La tecnologia, creata da Leonardo Gammar di Agorà, una fondazione svizzera che offre soluzioni di voto digitale, ha memorizzato i voti in modo anonimo in un registro immutabile

ROMA - Probabilmente vi farà fare un salto sulla sedia sapere che la Sierra Leone, un piccolo stato dell’Africa occidentale e uno dei Paesi più poveri del mondo, ha appena indetto le prime elezioni basate sulla tecnologia blockchain. I cittadini sono andati alle urne qualche giorno fa, il 7 marzo. Un’elezione che si è dimostrata completamente diversa rispetto a tutte le altre: il Paese ha registrato il 70% dei voti alle urne grazie a una tecnologia basata sulla blockchain, utilizzata per la prima volta in tutto il globo.

La tecnologia, creata da Leonardo Gammar di Agorà, una fondazione svizzera che offre soluzioni di voto digitale, ha memorizzato i voti in modo anonimo in un registro immutabile, offrendo così un accesso immediato ai risultati elettorali. L'idea è semplice: proprio come la tecnologia blockchain aiuta a garantire la trasparenza con le transazioni in valuta utilizzando i registri pubblici, registrando ogni voto sulla catena, l'Agorà assicura la trasparenza con i voti espressi nel distretto. Come ha spiegato lo stesso Gammar, i voti e le schede elettorali registrati saranno pubblicamente disponibili per qualsiasi parte interessata per rivedere, contare e convalidare i voti. E’ la prima volta che un’elezione governativa utilizza la tecnologia blockchain.

L’obiettivo del Paese è chiaramente riuscire a creare un clima di fiducia con gli elettori in quella che è stata un’elezione controversa. Utilizzando la blockchain per registrare in modo immutabile le schede elettorali e i risultati, il Paese spera di creare legittimità intorno alle elezioni e ridurre le ricadute dei partiti dell’opposizione.

Perchè è interessante? Mentre questa è poco più di una prova di concetto - non è un record di voto completo - è affascinante vedere la tecnologia essere implementata in Sierra Leone, un paese di circa 7,4 milioni di persone. L'obiettivo ultimo è quello di ridurre i costi delle votazioni, eliminando le schede cartacee e riducendo la corruzione nel processo di voto. Gammar, da parte sua, vede il valore di un sistema decentralizzato. «Siamo l'unica azienda al mondo ad aver costruito una piattaforma di voto basata su blockchain - ha detto lui -. Altre postazioni di voto elettroniche sono "scatole di blocco" che si sono rivelate sempre più vulnerabili agli attacchi alla sicurezza. Per questo motivo, molti stati e nazioni stanno tornando alla carta. Se credete che tra 50 anni la maggior parte dei paesi utilizzerà una qualche forma di voto digitale, allora la blockchain è l’unica tecnologia in grado di fornire una soluzione verificabile e completamente trasparente».

Un'elezione in un paese non è ancora un movimento. Tuttavia, Gammar e il suo team progettano di espandere il loro prodotto in altri paesi africani e, infine, nel resto del mondo. Il quadro generale per l'Agorà è quello di implementare soluzioni per automatizzare l'intero processo elettorale, con i cittadini che votano elettronicamente utilizzando dati biometrici, chiavi crittografiche personalizzate e i voti a loro volta convalidati dalla blockchain. Poiché l'Agorà spera di indire altre elezioni su più larga scala in Africa, Gammar è fiducioso di trovare soluzioni per i problemi locali. «Se i telefoni non sono disponibili, è possibile prenderli in prestito. Se sei cieco, possiamo farti parlare con il tuo telefono. Se non leggi, possiamo fare tutto con le immagini - dice -. Non ci sono grossi problemi tecnici. Tutto il resto richiede immaginazione».

Per quanto riguarda le elezioni, non è ancora chiaro chi le abbia vinte e il 27 marzo si terranno le elezioni di ballottaggio. Il vincitore succederà al presidente Ernest Bai Koroma, che ha guidato il paese per un intero decennio. Il nuovo presidente della Sierra Leone avrà il compito di proseguire la ricostruzione in seguito alle recenti gravi catastrofi che hanno colpito il paese. Nel 2014, un'epidemia di Ebola ha causato quasi 4.000 morti e una perdita di PIL stimata a 1,4 miliardi di dollari, una perdita importante per uno dei paesi più poveri del mondo. L'anno scorso anche la capitale della Sierra Leone ha subito devastanti inondazioni e frane di fango che si ritiene abbiano causato più di 1.000 vittime.