19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
agtech

A Milano c’è un hotel che coltiva il suo basilico (di fronte al bancone del bar)

Gli ortaggi sono coltivati su una struttura modulare che si basa sull'aeroponica una tecnica agricolta che non usa nè terreno nè acqua corrente

MILANO - Entrare al Novotel di Milano è un po’ come immergersi completamente in uno scenario futuristico. Oltre al classico buffet, allestito per l’occasione, tra pizzette e salatini per l’aperitivo, si erge una struttura che lascia a bocca aperta. Un’impalcatura tecnologica, sapientemente costruita, su cui crescono, grazie a un’innovativo sistema di vertical farming, piccole erbe aromatiche (principalmente salvia, basilico e menta). Loro, il personale di Novotel, la usano per far crescere gli ortaggi con i quali poi guarniranno piatti e cocktail, in tempo reale. Non più chilometro zero: la nuova filiera si riduce drasticamente, nell’ordine di centimetri. Così, il personale dell’hotel, può coltivare i suoi alimenti, direttamente di fronte al bancone del bar e attingere da quell’imponente struttura per approvvigionarsi.

Quella di Milano è solo la prima sperimentazione di questo tipo, lanciata dalla startup italiana Hexagro Urban Farming, che ha - altresì - sviluppato il prodotto che accompagna il mio aperitivo. Si tratta di un sistema modulare, scalabile e automatizzato per l’agricoltura indoor, ovvero tecnologie che permettono di coltivare piccoli ortaggi anche all’interno della propria abitazione o, in questo caso, in un hotel. Una struttura scalabile, un po’ come se fosse un lego, che si basa sull’aeroponica. Questo innovativo sistema di agricoltura è basato sul processo di sviluppo di piante senza l’utilizzo di terra o di qualsiasi altro aggregato di sostegno. L’alimentazione dei vegetali è garantita da sistemi di nebulizzazione di acqua, arricchita da fertilizzanti minerali, che investono direttamente l'apparato radicale della pianta. L'ambiente chiuso, e idealmente isolato dall'esterno, combinato con l'assenza di terreno permette di annullare l'esposizione delle piante ad agenti infestanti e patogeni facilitando ulteriormente il loro sviluppo. Oltre al notevole risparmio di acqua, circa il 90% rispetto all'agricoltura tradizionale. Un segmento importante quello dell’aeroponica che si inserisce all’interno di un mercato ancora più ampio, quello del vertical farmimg, destinato a crescere esponenzialmente in questi anni, fino a valere 13 miliardi di dollari entro il 2025.

L’agricoltura aeroponica, di fatto, permette di ottenere risultati nutrizionali anche maggiori rispetto alle tecniche tradizionali, ovviamente al netto dei preconcetti. Così come l’intero comparto dell’agricoltura 4.0, basata sull’utilizzo delle nuove tecnologie di precisione e sull’analisi dei grandi dati. Un mercato che in Italia, per quanto ancora scarsamente sviluppato, vale già 100 milioni di euro e che contribuisce a migliorare la qualità di tutte le produzioni agricole.

«Abbiamo effettuato la prima semina all’inizio di gennaio e ora cominciamo a vedere i primi risultati - mi racconta  Alessandro Grampa di Hexagro Urban Farming - . In base al genere di coltivazione, possiamo avere raccolti dalle tre alle sei o alle nove settimane». Alessandro mi spiega, ad esempio, che i germogli - solitamente - crescono nell’arco dei 20 giorni, le erbe aromatiche, invece, impiegano più tempo, nell’ordine delle sei settimane. Tutto dipende, chiaramente, dal tipo di ‘ortaggio’ e non dalla struttura che, invece, agisce in modo omogeneo. «All’hotel offriamo tutto - continua Alessandro -. Dalla fornitura dei semi fino al piano digitale per la crescita delle piante, in modo tale che i nostri clienti siano sopportati durante tutto l’arco della coltivazione». Il tutto, ovviamente, senza spostarsi dal bancone.

Living Farming Tree (così si chiama la struttura modulare), però, non è solo un’«orto digitale». Alessandro e il suo team, infatti, sanno bene come questi tipi di tecnologie possano attirare l’attenzione del pubblico ed essere anche innovativi oggetti di design. Del resto, anche l’occhio vuole la sua parte. «Molti clienti rimangono a bocca aperta, specialmente i bambini, i primi che si avvicinano per capire come funziona - mi racconta Alessandro -. Sicuramente il valore aggiunto è rappresentato dal fatto di produrre erbe fresche e raccolte solo al momento dell’impiattamento. Ma ammetto che l’aspetto legato a quello che viene definito effetto ‘wowing’ del cliente è anche molto importante».

Un oggetto che, forse, potrebbe dare anche inizio a un trend, una vera e propria moda. Del resto i piani di Alessandro e del suo team sono ampi. Da una parte l’installazione del modulo in hotel e ristoranti, dall’altra le prime partnership con gli uffici. In questo caso Living Farming Tree non produrrebbe salvia e basilico per ornare i piatti, ma si concentrebbe sulla coltivazione di piante purificatrici d’aria, un concetto molto importante per le aziende. «Un altro obiettivo è anche quello di sperimentare i fiori edibili», conclude Alessandro. Insomma, un mercato ricco di opportunità, dove la tecnologia la fa da padrone. O quasi.