28 maggio 2023
Aggiornato 00:30
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Ricerca, in arrivo il bando più grande di sempre: 391 milioni dal Miur

Il bando avrà l'obiettivo di sostenere i ricercatori under 40 e i progetti del Sud Italia

Ricerca, in arrivo il bando più grande di sempre: 391 milioni dal Miur
Ricerca, in arrivo il bando più grande di sempre: 391 milioni dal Miur Foto: Shutterstock

ROMA - Ben 391 milioni di euro che saranno destinati a sostenere la ricerca di base, con particolare riferimento ai progetti sviluppati da giovani under 40 e Sud Italia. Lo stanziamento è previsto dal bando Prin 2017 (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) ed è già disponibile sul sito del Miur. Uno stanziamento di cui vi avevamo già parlato a settembre quando, dal palco dell’Heroes Meet Maratea, Vito De Filippo, Sottosegretario al Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, aveva parlato di quello che è - a tutti gli effetti - il più grande investimento nel settore della ricerca italiana. «Gli ultimi fondi così copiosi risalgono al Governo Prodi e si aggiravano intorno ai 140-150 milioni di euro», aveva sottolineato il sottosegretario.

Dei quasi 400 milioni di euro, 250 provengono dal tesoretto non speso negli anni dall’Istituto italiano di Tecnologia di Genova, fondi che saranno destinati per finanziare l’assunzione dei ricercatori e - appunto - il potenziamento dei Prin. Il Prin, nella fattispecie, ha l’obiettivo di finanziare progetti di ricerca liberamente proposti dalle Università italiane, promuovere e sviluppare azioni di sistema, favorendo le interazioni tra i diversi soggetti del sistema nazionale di ricerca pubblico e tra essi e gli altri organismi di ricerca pubblici e privati, nazionali o internazionali.

Un bando importante, volto a contrastare la fuga di cervelli, in un Paese - l’Italia - che investe solo l’1.25% del PIL in ricerca, il 70% in meno rispetto a Israele e Corea del Sud, il 65% in meno di Giappone, Svezia, Finlandia, Danimarca, poco più della metà rispetto a Germania e Stati Uniti e decisamente sotto la media europea. E dove la maggior parte dei ricercatori versa in condizioni di precariato. Solo al Cnr, il maggiore ente pubblico di ricerca, il 40% dei dipendenti è precario, circa 4mila unità.

«Siamo molto soddisfatti per l’esito dell’accordo con IIT, che ha consentito di recuperare una somma importante da destinare alla ricerca di base del nostro Paese, arricchendo uno dei bandi più attesi dal settore e dimostrando concretamente l’attenzione che il governo rivolge all’ambito strategico della ricerca - hanno detto i ministri Fedeli e Padoan -. Destinare 391 milioni alla ricerca di base significa mettere a disposizione delle ricercatrici e dei ricercatori, che si dedicano con passione e determinazione a questa straordinaria attività, gli strumenti necessari per andare avanti con successo. Ma significa anche attuare la strategia più utile all’intero sistema Paese, se vogliamo essere competitivi in un mondo globalizzato com’è quello di oggi».

Il bando PRIN si caratterizza per alcuni aspetti innovativi, come la possibilità di presentare i progetti estesa al personale, oltre che delle Università, anche degli Enti pubblici di ricerca vigilati dal MIUR. Come sempre, particolare attenzione sarà dedicata alla portabilità dei progetti e alle attività di diffusione e disseminazione dei risultati. I progetti saranno valutati in due fasi e tutta la procedura sarà gestita esclusivamente per via telematica.

Sono previste tre distinte linee d’intervento:
a) Linea principale, con una dotazione di 305 milioni di euro. I responsabili delle singole unità di ricerca potranno essere professori universitari, ricercatori universitari e degli Enti pubblici di ricerca, tecnologi, dirigenti di ricerca e dirigenti tecnologi. È previsto, per assicurare la continuità della gestione scientifica dei progetti, che possano assumere il ruolo di coordinatori scientifici nazionali soltanto coloro che abbiano titolo a restare in servizio per un numero di anni non inferiore a quattro.
b) Linea giovani, con una dotazione di 22 milioni di euro. I responsabili delle singole unità di ricerca potranno essere docenti, ricercatori, tecnologi under 40, anche a tempo determinato.
c) Linea Sud, con una dotazione di 64 milioni di euro. È del tutto simile, per caratteristiche, alla linea principale, ma tutte le unità di ricerca dovranno essere ubicate in una delle Regioni in ritardo di sviluppo o in transizione.

La ripartizione dei fondi tra le diverse aree scientifiche è così determinata: Scienze della vita, 140 milioni di euro; Fisica, Chimica, Ingegneria, 140 milioni di euro; Scienze umanistiche, 111 milioni di euro. Ciascun progetto, di durata triennale, può prevedere un costo massimo di euro 1.200.000 e un numero di unità di ricerca variabile tra 1 e 6. Il finanziamento è assegnato all’Ateneo/Ente sede di ogni unità di ricerca. Alle call potranno partecipare tutti gli aventi diritto indipendentemente dal fatto che abbiano partecipato o meno al PRIN precedente.