18 aprile 2024
Aggiornato 02:00
attenzione alle speculazioni

Industria 4.0, crescono gli ordini di robot da parte delle industrie italiane

L'associazione di produttori di robot e macchine utensili ha registrato - nei primi tre mesi del 2017 - un incremento di ordini pari al 5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso

Industria 4.0, crescono gli ordini di robot da parte delle industrie italiane
Industria 4.0, crescono gli ordini di robot da parte delle industrie italiane Foto: Shutterstock

ROMA - La quarta rivoluzione industriale, resa possibile dalla disponibilità di sensori e di connessioni a basso costo, si associa a un impiego sempre più pervasivo di dati e informazioni, di tecnologie computazionali e di analisi dei dati, di nuovi materiali, macchine, componenti e sistemi automatizzati, digitalizzati e connessi (internet of things and machines). La quarta rivoluzione non investe solo il processo produttivo, la sua efficienza e produttività ma anche, grazie all’accresciuta capacità di interconnettere e far cooperare tutte le risorse produttive (asset fisici e persone, sia all’interno che all’esterno della fabbrica), e allo sfruttamento di un nuovo fattore produttivo ovvero i dati e le informazioni, sta trasformando il funzionamento di intere catene del valore, consentendo una crescente integrazione dell’impresa con le reti di fornitura e sub fornitura a monte e i clienti, intermedi e finali, a valle, abilitando infine una rivisitazione anche profonda dei modelli di business e degli approcci al mercato. Si tratta, a tutti gli effetti, di una grande opportunità per l’Italia che varrà 4 punti del Pil nei prossimi 3 anni, il che significa 110 miliardi di ricavi per le imprese nei prossimi 5 anni.

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Aumentano gli ordini di robot per le industrie
In tutta questa rivoluzione industriale il Piano nazionale Industria 4.0 attuato dal Governo sta avendo un ruolo piuttosto determinante. E non parliamo soltanto delle agevolazioni introdotte, come il super e iper ammortamento. Qualcosa lentamente si muove e a confermarlo sono i dati emersi dall’Ucimu, l’associazione di produttori di robot e macchine utensili, che ha registrato - nei primi tre mesi del 2017 - un incremento di ordini pari al 5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nello specifico gli ordini di macchine utensili e robot sono cresciuti a livello interno del 22,2%. Sul fronte estero, l’indice è risultato stazionario, segnando un incremento dello 0,3%. L’indice assoluto è risultato pari a 168,1.

Si investe in tecnologia
Dopo l’arretramento registrato nell’ultimo trimestre del 2016, effetto dell’attesa per l’entrata in vigore del Piano Nazionale Industria 4.0 annunciato dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, la domanda italiana di sistemi di produzione torna a muoversi e lo fa in modo deciso, a conferma della positività del mercato domestico che oggi può, oltretutto, beneficiare di importanti incentivi fiscali quali Superammortamento e Iperammortamento. «L’indice ordini del primo trimestre 2017, relativo al mercato domestico non lascia spazio a interpretazioni: il programma messo a punto dalle autorità di governo sta portando i suoi frutti - ha detto Massimo Carboniero, presidente UCIMU -. La predisposizione a investire in tecnologia industriale e in sistemi di connettività da parte del manifatturiero italiano aveva bisogno di una spinta che il Piano Nazionale Industria 4.0 ha assicurato».

Occhio alle speculazioni
Mai come ora, però, l’attenzione del Governo deve essere orientata a non fare gli stessi errori del passato e a non trasformare le agevolazioni concesse alle industrie italiane in una speculazione vera e propria. L’incremento degli acquisti in utensili e robotica non deve essere, infatti, dettato da una ‘moda’ del breve periodo, da una forte attenzione mediatica che in questo momento si sta avendo su tutto il territorio nazionale. Anche perché di fondamentale importanza sarà lo sviluppo del Piano legato alle competenze e quindi alla creazione sul territorio dei cosiddetti «Competence Center» per cui il Governo stanzierebbe 20 milioni per questo anno e 10 milioni per il 2018. La prerogativa è che il centro assicuri l’interazione con i poli di ricerca e lo svolgimento di un programma di ricerca industriale e tecnologico volto a alla digitalizzazione da parte delle imprese dei loro processi produttivi. Un po’ quello che succede oggi negli acceleratori di startup, solo che in questo caso si tratterà di aziende già consolidate e presenti sul territorio. Resta da capire quali poli universitari saranno dichiarati idonei alla costruzione dei Competence Center e su quali criteri il Governo dichiararà l’elargizione dei contributi pubblici. Un vero e proprio bando di gara che, questa volta, non dovrà avere punti oscuri.