Il cibo del futuro, 2 miliardi di persone mangiano (già) insetti
La Fao è stata la prima organizzazione a portare alla ribalta il tema, indicando il consumo di insetti come le nuova frontiera per un’alimentazione più sostenibile e soprattutto per combattere la fame nel mondo
MILANO - Il futuro dell’alimentazione mondiale ha un nome ben preciso: insetti. Malgrado in Europa non esista ancora il culto dell’entomofagia, sono circa due miliardi le persone che, nel mondo, in particolare in Asia e Africa, mangiano regolarmente insetti. Un trend che potrebbe esplodere anche qui nel nostro Paese, se non altro, per necessità. Anche se a livello legale, in Italia, non è consentito cucinare insetti, poiché il consumo è vietato (Reg. CE 178), ciò non toglie che si possano tranquillamente acquistare su internet.
Le proteine ecosostenibili
Già, perché a fronte dei 9 miliardi di persone ospitate nel mondo nel 2050, la Fao è stata la prima organizzazione a portare alla ribalta il tema, indicando il consumo di insetti come le nuova frontiera per un’alimentazione più sostenibile e soprattutto per combattere la fame nel mondo. Gli insetti, infatti, contengono proteine di alta qualità e vitamine pari a quelle della carne, ma emettono meno gas nocivi per l'ambiente degli altri allevamenti e, per crescerli, basta del rifiuto organico. Il fabbisogno di un grillo, solo per fare un esempio, a parità di proteine prodotte, è sei volte inferiore rispetto a quello di un bovino e quattro volte rispetto a quello delle pecore.
I piatti a base di insetti
Sono l’Asia e l’Africa le regioni che registrano un maggior consumo di insetti e che li annoverano nella loro tradizione culinaria. In Thailandia e Algeria il consumo di cavallette tocca le 10 tonnellate l’anno, mentre nello Zaire si va oltre la tonnellata al mese. Tra i piatti più succulenti della cucina cinese troviamo i fritti a base di formiche e scorpioni, i bachi da seta e gli scarafaggi marinati. Nell'Africa meridionale, il più diffuso è il mopane worms (larva di lepidottero) proposto fresco, essiccato, in salamoia e persino in lattina con salsa chili o pomodoro.
Anche negli Usa e nel Messico
Anche il mondo occidentale sta, però, cominciando ad affrontare l’argomento. Negli Stati Uniti, ad esempio, il concetto di insetti come cibo sta lentamente guadagnando terreno: eventi di «bug cool-off» si sono svolti in città come Los Angeles ed altri centri della confederazione, mentre in Messico gli insetti a tavola sono una realtà in forte espansione. Un piatto tipico messicano è, infatti, composto a base di uova di formica. Le uova della formica nera gigante Liometopum sono raccolte da radici di piante di agave. Vengono bollite e fritte nel burro, sia da mangiare nei tacco, o per essere presentati in una ciotola con un contorno di tortillias per il piatto popolare chiamato escamoles. Sapore? Di burro e nocciola, con la consistenza della ricotta.
La sfida di Addento
In Italia esistono diverse associazioni che si occupano di sensibilizzare i cittadini verso queste nuove frontiere in ambito alimentare. Una di queste si chiama Positive, con sede a Torino, all’interno della quale la startup Addento si occupa di promuovere la cultura entomofaga. Per questo ha creato un cracker con farina di grillo, nutrizionalmente bilanciato e ricco di proteine sostenibili. Impatto zero, niente colesterolo e un sapore che si confonde con quello mediterraneo a cui i cracker sono associati.