AgriTech, crescono startup e investimenti
Sono 4,6 miliardi i dollari che sono stati investiti negli Stati Uniti in startup che hanno fatto delle tecnologie legate all’agricoltura il loro principale business. Modesta la crescita in Italia
MILANO - Sarà che risolvono non solo molti problemi attuali, ma si apprestano a diventare la principale soluzione dei dilemmi di domani come la lotta alla deforestazione, la fame nel mondo e l’aumento demografico. Sarà che l’agricoltura è uno dei mestieri più antichi del mondo e ci teniamo ancora. Sta di fatto che il settore dell’AgriTech ha subito negli ultimi anni una forte crescita.
Crescono investimenti e startup nell’AgriTech
Sono 4,6 miliardi i dollari che sono stati investiti negli Stati Uniti in startup che hanno fatto delle tecnologie legate all’agricoltura il loro principale business, a fronte di 526 operazioni di investimento. In Italia, dove le zone rurali sono molte, ma ancora restano radicate alle tradizioni agricole di un tempo, il settore dell’AgriTech rimane ancora un punto interrogativo. Siamo, indubbiamente, in crescita, ma sono poco più di 20 le startup italiane che si occupano di nuove tecnologie applicate all’agricoltura. Un gap non indifferente se pensiamo che negli USA le startup sono 350. In Italia, tuttavia, il problema è di origine semantica: col prosperare di startup nel settore food, esistono numerose imprese che si occupano di innovazione applicata all’agricoltura, ma non si definiscono «agricole» e pertanto non figurano nel censimento.
Cosa interessa agli investitori
Quando si parla di Agritech ci sono alcuni aspetti che vale la pena considerare poiché sono quelli che attirano maggiormente gli investitori. In primo luogo l’e-commerce che raccoglie il 36% delle risorse. In questo caso parliamo della vendita diretta dei prodotti, ma anche l’acquisto o la distribuzione di pasti pronti e materie prime. Segue la gestione dell’acqua con il 15% e la robotica. Ovviamente quando si parla di investimenti nell’AgriFood e Tech bisogna tenere conto che l’orizzonte temporale è di 5-8 anni, ben superiore rispetto ad altri business. Malgrado la situazione in Italia non sia particolarmente rosea, le startup nostrane possono puntare anche su altri canali. Esemplare è il caso di Woop food, la prima piattaforma in Italia di microfinanziamento collettivo (crowdfunding) a ricompensa (reward-based), che ha come obiettivo principale quello di sostenere le piccole realtà agroalimentari portavoce dell’eccellenza del made in Italy. Ma non è l’unica strada. Molti acceleratori stanno nascendo e crescendo verticalizzandosi nel settore Food e AgriTech, segno che l’intenzione di puntare - finalmente - sul Made in Italy, c’è. Dal canto nostro vi segnaliamo un evento molto interessante RuralHack che si terrà a Incarta di Calvanico, in provincia di Salerno, proprio su tecnologie e agricoltura.
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