29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
zerpercento

Dalla Bocconi all'emporio solidale, perché il successo è di chi ci crede

Un emporio solidale dove assumere disoccupati e far fare la spesa anche a chi fa fatica ad arrivare a fine mese

MILANO - «Mi definisco una bocconiana anomala. Amo il sociale e, malgrado il mio percorso di studi, ho deciso di dedicare agli altri tutto il mio tempo». Teresa Scorza, 28 anni, di Rho, non è una ragazza come le altre. Dopo una laurea in Economia alla Bocconi di Milano che l’ha portata inizialmente in azienda, ha capito che le mancava qualcosa, che voleva qualcosa di suo, un progetto per sperimentare se stessa. E’ così che, insieme ad altri soci, ha fondato la cooperativa Namastè e, da poco, ha avviato un progetto sociale davvero onorevole.

Cos’è «ZeroPerCento»
Si chiama «ZeroPerCento» ed è una bottega solidale - come tante già esistono sul mercato - ma con un valore aggiunto: quello dei prodotti bio, a chilometro zero, quelli che arrivano dalle piccole impese lombarde e che sanno di qualità. Un progetto per dare la possibilità ai disoccupati di potersi inserire di nuovo nel mondo del lavoro e avere un’opportunità in più. «L’emporio solidale sarà aperto a tutti - mi racconta Teresa - indipendentemente dal loro reddito. Coloro che, tuttavia, si trovano in situazioni economiche difficili potranno essere agevolati ed effettuare la spesa tramite una serie di punti che verranno erogati dall’emporio stesso e quindi con il ricavato delle vendite». I prodotti saranno di qualità, anche per incentivare la comunità a un’alimentazione più sana, e proverranno dalle cooperative sociali e da quelle piccole imprese locali che, oggi, fanno fatica a tirare avanti.

L’emporio solidale per tutti
«Assumeremo solo persone disoccupate - continua Teresa - e che per svariati motivi non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro per un periodo di 9-12 mesi». L’obiettivo di «ZeroPerCento», infatti, è quello di indirizzare la persona disoccupata a capire meglio quali sono le sue attitudini. Un vero e proprio periodo di formazione, quindi, per aiutare la persona a trovare degli sbocchi lavorativi esterni, al termine del periodo retribuito per 9-12 mesi all'interno dell'emporio solidale.

La campagna di crowdfunding
«Sono una ragazza giovane - mi dice Teresa - e so quanto è difficile portare avanti un progetto al giorno d’oggi. Ci sono periodi in cui le cose vanno a gonfie vele, altri, invece, che sono pessimi e non riesci a capire il perché. E’ una sfida continua, ma la voglia di crederci c’è». Ed è per questo che è stata lanciata anche una campagna di crowdfunding per ottenere quel poco di fondi necessario a poter partire. Al momento il locale in cui far sorgere «ZeroPerCento» non c’è: a Milano gli affitti sono cari e Teresa e i suoi soci stanno cercando di partecipare a bandi e stringere collaborazioni con associazioni, fondazioni e cooperative sociali che possano dargli una mano, anche nella ricerca di uno spazio condiviso nel quale far sorgere l’emporio solidale. Nel caso qualcuno volesse partecipare alla campagna di raccolta fondi può visitare il sito www.produzionidalbasso.com/project/zeropercento. Un progetto ambizioso, ma che può e deve decollare per dare smalto non solo all’economia italiana, ma soprattutto a quei giovani imprenditori come Teresa che nel loro lavoro sanno dare davvero tutto.