19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Le aziende su internet non sono un fortino

Cis-Sapienza: senza difesa cyberspazio si finisce nel Terzo Mondo

Il direttore Roberto Baldoni in Commissione Difesa della Camera: «Noi siamo uno dei pochissimi Paesi che non è proprietario della propria infrastruttura di rete e questo è un problema serio»

Cyber security
Cyber security Foto: Shutterstock

ROMA - Che l'Italia non sia proprietaria della sua infrastruttura di rete di telecomunicazioni è un «problema serio» per la sicurezza del Paese. Lo ha detto Roberto Baldoni, direttore del Centro di Ricerca Sapienza in Cyber Intelligence e Information Security (Cis), rispondendo alle domande della Commissione Difesa della Camera, che lo ha audito nella giornata di ieri nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla sicurezza e la difesa nello spazio cibernetico.

Italia non proprietaria della Rete
«Noi siamo uno dei pochissimi Paesi che non è proprietario della propria infrastruttura di rete e questo è un problema serio, così come l'approvvigionamento di hardware -  ha detto Baldoni - cioè il fatto che non abbiamo più nel nostro Paese, 'a differenza della Francia' che è riuscita a mantenere, almeno in parte, la produzione hardware in loco». Per ovviare ad alcune tra le più evidenti problematiche relative alla cyber security dell'Italia, secondo Baldoni, «bisognerebbe consolidare la presenza di data center italiani: cosa ne sappiamo di cosa fanno dei dati dei nostri cittadini e delle nostre imprese nei data center all'estero?», ha chiesto il professore della Sapienza alludendo al social network professionale Linkedin. «E poi - ha continuato - bisognerebbe cercare di riportare in Italia dei centri di ricerca: nel 1990 a Roma c'era un centro Telecom con 500 persone, c'era Ibm, c'era Italtel. Oggi abbiamo raso al suolo tutto quello che c'era fino a quindici anni fa. Il numero e la sofistificazione delle minacce sta aumentando esponenzialmente - ha poi proseguito il direttore del Centro di Ricerca Sapienza in Cyber Intelligence e Information Security ripercorrendo brevemente la storia degli attacchi cibernetici negli ultimi dieci anni -, e ormai esistono dei tool semplici e alla portata di tutti che rendono il campo di battaglia ancora più asimmetrico: dal divano di casa un solo individuo può portare attacchi multipli a tutta una serie di organizzazioni in tutto il mondo».

Minacciata sicurezza economica dell’Italia
Baldoni ha poi messo in rilievo la concretezza di tali minacce per la sicurezza economica del nostro Paese. «Ogni azienda che sta su internet non è un fortino - ha spiegato Baldoni -, ha rapporti con i clienti, con i fornitori e quindi in automatico si crea un perimetro suscettibile di attacchi informatici, magari andando ad aggredire l'azienda più piccola del perimetro», quella con minore know-how in cyber sicurezza. «Tutte le grandi compagnie, anche quelle alimentari, hanno dati sensibili che in mano alla concorrenza possono diventare armi e da qui alla possibilità di un attacco coordinato al sistema economico di un Paese la strada è piuttosto breve», ha sottolineato Baldoni. Ecco perchè, ha ricordato, il presidente degli Stati Uniti Obama ha promesso che «gli Usa, se riusciranno a individuarli, bloccheranno tutti i beni dei mandanti degli attacchi informatici che hanno colpito recentemente le aziende a stelle e strisce».