19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Astronomia

Scoperta la stella più brillante della Via Lattea, ci dirà di più sul nostro passato

Lo studio di questa stella permetterà agli scienziati di svelare da un lato i segreti sulla formazione di questi corpi celesti e dall'altro di approfondire indirettamente lo stato fisico dell'Universo primordiale

ROMA - Scoperta la stella più brillante tra quelle estremamente povere di metalli. Il risultato è stato ottenuto da un gruppo di ricercatori guidati da Jorge Meléndez dell'Università di São Paulo. Si tratta di una sorta di 'raro fossile galattico' che risale all'epoca di formazione della Via Lattea. Come tale, essa offre un'opportunità unica, in quanto permette di ricavare preziosi indizi sull'origine delle prime stelle che si formarono nella nostra galassia e in generale nell'Universo. I risultati di questo studio sono riportati su «Astronomy & Astrophysics».

La stella più brillante
La scoperta di questa stella - si legge su Media Inaf, il notiziario online dell'Istituto nazionale di Astrofisica - denominata con la sigla 2MASS J18082002-5104378, è stata resa possibile grazie a una serie di osservazioni realizzate con i telescopi dell'European Southern Observatory (ESO) situati in Cile. L'oggetto venne identificato inizialmente nel 2014 con il New Technology Telescope mentre osservazioni successive condotte con il Very Large Telescope rivelarono che la stella mostra, a differenza di stelle più giovani come il Sole, un'abbondanza sorprendentemente bassa di ciò che gli astronomi chiamano metalli, cioè elementi più pesanti dell'idrogeno e dell'elio. Essa è talmente priva di questi elementi da essere stata denominata ultra metal-poor star.

L’Universo primordiale
Anche se si ritiene siano state diffusissime durante le fasi primordiali della storia cosmica, oggi è raro imbattersi in stelle povere di metalli, sia nella Via Lattea che in altre galassie vicine. Si sa che i metalli si formano nelle stelle a seguito dei processi di fusione nucleare e vengono poi spazzati nel mezzo interstellare quando questi oggetti diventano vecchi ed esplodono dando luogo al fenomeno delle supernovae. Perciò, generazioni successive di stelle si formeranno da materiale sempre più ricco di metalli, a differenza delle stelle povere di metalli che hanno invece avuto origine in un ambiente cosmico incontaminato che caratterizzava lo spazio immediatamente dopo il Big Bang. Dunque - conclude Media Inaf - studiare oggetti come 2MASS J18082002-5104378 permetterà agli scienziati di svelare da un lato i segreti sulla loro formazione e dall'altro di studiare indirettamente lo stato fisico dell'Universo primordiale.