31 luglio 2025
Aggiornato 01:30
Missioni spaziali

La sonda Rosetta arriva alla cometa

Mercoledì la sonda dell'Esa sarà a 100 chilometri dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e inizierà una serie di studi senza precedenti. A novembre sgancerà sul nucleo un lander

ROMA - In attesa dell’arrivo nella sua orbita finale, previsto in grande stile per il 6 agosto, Rosetta continua il suo viaggio di avvicinamento alla cometa . E mentre le immagini della camera OSIRIS si fanno sempre più dettagliate, VIRTIS, il Visible Infrared and Thermal Imaging Spectrometer ha iniziato a misurare la temperatura del corpo ghiacciato, con risultati sorprendenti: la superficie sembra essere troppo calda per essere costituita da ghiaccio esposto, e sembra invece ricoperta di un materiale scuro e polveroso.

Le osservazioni sono state realizzate tra il 13 e il 21 di Luglio, quando Rosetta si trovava a circa 10.000 Km dalla cometa. A questa distanza ancora elevata, la cometa copriva solo pochi pixels nel campo di vista di VIRTIS e per questo non era possibile determinare le temperature di singole zone della cometa. Ma raccogliendo la luce proveniente da tutta la superficie del corpo, il team scientifico ha determinato una temperatura media di circa -70ºC. Una temperatura che, a prima vista, potrebbe sembrare molto fredda se confrontata con le condizioni terrestri, ma che in realtà risulta almeno 20 o 30 gradi più alta di quella che avrebbe una cometa con una superficie esclusivamente di ghiaccio.

«Questo risultato è molto interessante perchè ci fornisce i primi indizi sulla composizione e sulle caratteristiche fisiche della superficie» dichiara Fabrizio Capaccioni, dello INAF-IAPS, principal investigator di VIRTIS. Già dalla osservazioni fatte da Terra, la cometa 67P/C-G era nota per avere una bassa riflettanza (capacità di riflettere la luce), escludendo così l'eventualità di una superficie simile a una pista di pattinaggio, ghiacciata e completamente pulita. Questo nuovo risultato ottenuto da distanza sempre più ravvicinata suggerisce che la superficie dovrebbe essere coperta per la maggior parte da un materiale scuro e polveroso, che possa essere scaldato più facilmente dalla luce del sole.

«Questo non esclude la presenza di zone ghiacciate e relativamente pulite e molto presto, VIRTIS sarà in grado di generare delle mappe di temperature il cui dettaglio potrà evidenziare queste variazioni locali,» aggiunge Capaccioni.