23 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Internet & Società

Google, la «muraglia» cinese funziona

Alla «Great Firewall» sfugge solo qualche risultato in inglese sui temi considerati sensibili da Pechino

PECHINO - Gli utenti di Internet di Cina e Hong Kong ora utilizzano lo stesso motore di ricerca, ma la loro esperienza online è molto differente, in particolare riguardo ad una serie di temi considerati sensibili da Pechino. Per chi si connette dalla Cina continentale la censura esiste come prima, la differenza è che ad applicarla ora è il governo e non Google. Un ricerca compiuta da Associated Press rivela aspetti molto sofisticati della cosiddetta «Great Firewall» cinese con cui Pechino filtra la visione del mondo dei cittadini.

Il risultato più comune quando si digitano parole come «Falun Gong», il movimento spirituale sulla lista nera del governo, è il messaggio di errore «page cannot be displayed» e il browser Internet rimane bloccato per circa un minuto. Quindi non sono solamente i link a certi siti che sono bloccati, ma i risultati stessi non appaiono.
Anche il tentativo di ricerca del nome dell'attivista scomparso Liu Xiaobo, del presidente Hu Jintao e dell'«Incidente del 4 di giugno» - meglio conosciuto come il massacro di piazza Tienanmen - hanno tutti bloccato il sito.

Prima che Google decidesse di chiudere il suo sito in Cina e di spostarsi a Hong Kong, quando si effettuava una ricerca censurata, Google rispondeva dicendo che alcuni elementi avevano dovuto essere rimossi. Il colosso di Mountainview voleva rispettare le leggi cinesi, ma voleva anche che gli utenti sapessero delle omissioni nella speranza di generare pressione sul governo.

Ci sono comunque dei «buchi» in questi filtri. In particolare i siti in inglese hanno più possibilità di passare tra le maglie della censura cinese, e questo anche perché il governo è più preoccupato di controllare i siti cinesi dato che la stragrande maggioranza dei cittadini non parla altre lingue.
Alcune ricerche producono gli stessi risultati da Hong Kong che dalla Cina. Tra questi: «Michael Jackson» e «March 14 incident», che fa riferimento alle sommosse anticinesi avvenuti nel 2008 nella capitale del Tibet Lahsa. Anche «Taiwan» non produce risultati differenti, nonostante le tensioni tra i due paesi.
E una ricerca di «Tibet» scritto in inglese mostra link a Free Tibet, International Campaign for Tibet e altri siti in difesa dell'indipendenza del paese da Pechino.
La Great Firewall in sostanza è in grado di controllare la maggior parte delle informazioni ricevute dai cittadini cinesi. Per chi sa l'inglese c'è però qualche spazio di libertà in più.