2 maggio 2024
Aggiornato 14:00
Quasi tutti giovani maschi

Cinque delfini stenella trovati morti lungo il litorale toscano

Tra Livorno e Orbetello. In corso le analisi dell'Arpat regionale

LIVORNO - Cinque delfini stenella, quasi tutti giovani maschi, sono stati trovati morti nel corso di una settimana lungo il litorale toscano che da Livorno porta ad Orbetello. Un sesto, spiaggiato, è stato aiutato a riprendere il largo ma non è ancora possibile dire se sia sopravvissuto o meno. I tecnici dell'Agenzia regionale protezione ambientale della Toscana stanno conducendo le analisi sui cadaveri dei delfini. Tra le ipotesi quella che ci si possa trovare di fronte a una epidemia.

«Purtroppo l'ennesima moria di cetacei lungo il litorale toscano non ci sorprende - spiega Greenpeace - Sono Italia, Francia e Monaco i veri responsabili dello svuotamento del Santuario dei Cetacei. Non è stato fatto niente di concreto per tutelare delfini e balene e l'inquinamento del Santuario non è diminuito, anzi», denuncia Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace.

Inoltre, secondo l'associazione ambientalista, contrariamente a quanto riferito dall'Arpat della Toscana, l'inquinamento dell'Alto Tirreno e del Mar Ligure «è notevole». In una relazione tecnica elaborata dall'Ispra si afferma infatti che «la presenza di sostanze tra cui Ddt, di Ipa, Pcb è stata dimostrata essere massiccia in esemplari di stenelle free-ranging dell'area del santuario se paragonata ad altre zone del Mediterraneo». Inoltre,l'Italia ha appena avviato proprio nel Santuario dei cetacei, area marina «protetta», la costruzione della prima Area Marina Industriale: il rigassificatore offshore di Livorno/Pisa.

Non è quindi «un caso» se i cetacei muoiono o abbandonano il Santuario: una spedizione di Greenpeace nel 2008 ha stimato un dimezzamento del popolamento di stenelle rispetto al 1989-90 ed ha trovato solo un quarto delle balenottere attese. Nel 2009 il professor Wurtz dell'Università di Genova, esperto del settore, ha sostenuto una diminuzione dell'ordine del 90% delle balenottere.

COMMENTO

Nei giorni 4 e 5 Marzo 2010, sono state pubblicate numerose notizie sia on-line che su alcuni dei principali quotidiani italiani riguardanti lo spiaggiamento di alcuni delfini della specie stenella striata (Stenella coeruleoalba) lungo la costa toscana (Orbetello – Livorno) nella settimana a cavallo tra febbraio e marzo 2010. Più volte è stata citata l’Università di Siena come responsabile delle indagini effettuate su questi cetacei sia per le analisi ecotossicologiche che per quelle patologiche. Teniamo a precisare che nessun materiale biologico, né tantomeno nessun esemplare, sono stati inviati nella struttura suddetta per l’effettuazione di tali esami diagnostici. Risulta invece, dalle informazioni a nostra disposizione, che tali esemplari siano stati smaltiti in discarica, almeno i primi quattro, senza aver realizzato il prelievo dei diversi campioni di tessuti ed organi che di prassi viene effettuato anche su esemplari in cattivo stato di conservazione o, addirittura, in putrefazione per la valutazione dei livelli dei principali contaminanti ambientali quali organoclorurati ed idrocarburi policiclici aromatici. E’ infatti proprio a questi tossici lipoaffini, conosciuti per essere cancerogeni, teratogeni, mutagenici, estrogenici e soprattutto immunosoppressori, che è legato il pericolo tossicologico dei cetacei, che non solo bioaccumulano grandi quantità di questi composti, ma che sono caratterizzati da una scarsa capacità di metabolizzarli e, quindi, di eliminarli dall’organismo. Lo stato tossicologico degli esemplari di stenella striata rinvenuti spiaggiati lungo le coste toscane in questi giorni, non può essere dedotto a priori semplicemente conoscendo la buona qualità, da un punto di vista di inquinamento, delle acque di questo litorale. L’ampia mobilità di questi cetacei in Mediterraneo ed, in particolare, la loro posizione nella catena trofica (top predators marini) fanno si che la principale via di assunzione di queste sostanze lipoaffini sia quella alimentare. Le nostre indagini su esemplari spiaggiati e free-ranging di stenella striata ma, anche delle altre specie di cetacei mediterranee, iniziati dai primi anni ’90 ed attestate da numerose pubblicazioni internazionali, hanno evidenziato che i cetacei del Mar Mediterraneo e, in particolare, del Mar Ligure, hanno livelli di contaminanti lipoaffini di un ordine di grandezza superiori a quelli delle stesse specie oceaniche. Per quel che riguarda l'epidemia da Morbillivirus diffusasi nel Mar Mediterraneo alla fine degli anni ’80 fino al 1992 e che portò alla morte numerosi esemplari di stenella striata, è stata individuata un’elevata correlazione tra contaminazione da PCB ed altri organoclorurati (OC) presenti negli organi e tessuti degli esemplari deceduti, ed il fenomeno infettivo, probabilmente per una compromissione del sistema immunitario negli esemplari con i livelli di questi xenobiotici più elevati. A tal proposito bisogna inoltre ricordare che un’approfondita indagine sulle cause di morte, tra cui quelle legate al Morbillivirus o ad altri agenti patogeni, può essere effettuata solamente da veterinari esperti su questi mammiferi nelle apposite sale da necroscopia e mediante l’ausilio di adeguate tecniche d’indagine immunoistochimica e biomolecolare. Ciò non è stato effettuato su questi esemplari e quindi nessuno può parlare di quali siano le reali cause della loro morte se non, al massimo,  evidenziare un evento anomalo in un periodo, iniziato nel 2007,  in cui nel nostro bacino si è riaffacciato il Morbillivirus, anche se inizialmente/principalmente su un’altra specie: il globicefalo (Globicephala melaena).

Dr.ssa Letizia Marsili
Prof.ssa Maria Cristina Fossi
Dipartimento di Scienze Ambientali
Università di Siena

Pubblicazioni inerenti all’argomento:

Fossi M.C. e Marsili L. (1997). The use of nondestructive biomarkers in the study of marine mammals. Biomarkers, 2: 205-216.

Fossi MC, Casini S, Marsili L. (2006). Potential toxicological hazard due to endocrine-disrupting chemicals on Mediterranean top predators: state of art, gender differences and methodological tools. Environ Res 104(1):174-82.

Fossi, M.C., Marsili, L., Leonzio, C., Notarbartolo Di Sciara, G., Zanardelli.I, M. & Focardi, S. (1992). The use of non-destructive biomarkers in Mediterranean Cetaceans: preliminary data on MFO activity in skin biopsy. Mar. Poll. Bull., 24(9): 459-461.

Fossi MC, Marsili L, Lauriano G, Fortuna C, Canese S, Ancora S, Leonzio C, Romeo T, Merino R, Abad E. (2004). Assessment of toxicological status of a SW Mediterranean segment population of striped dolphin (Stenella coeruleoalba) using skin biopsy. Mar Environ Res 58(2-5):269-74.

Fossi MC, Marsili L, Neri G, Natoli A, Politi E, Panigada S. (2003). The use of a non-lethal tool for evaluating toxicological hazard of organochlorine contaminants in Mediterranean cetaceans: new data 10 years after the first paper published in MPB. Mar Pollut Bull 46(8):972-82.

Fossi M.C., Marsili L. (2003) Endocrine Disrupters in Aquatic Mammals. Pure Appl. Chem. 75(11-12): 2235-2247.

Fossi M.C., Marsili L., Casini S., Bucalossi D. (2006) Development of new-tools to investigate toxicological hazard due to endocrine disruptor organochlorines and emerging contaminants in mediterranean cetaceans. Marine Environmental Research, 62(1):200-204.

Fossi M.C., Marsili L., Casini S., Bucalossi D. (2008) First detection of CYP1A1 and CYP 2B induction in mediterranean cetacean skin biopsies and cultured fibroblasts by western blot analysis. Marine Environmental Research, 66(1):3-6.

Marsili, L., Focardi, S., Cuna, D., Leonzio, C., Casini, L., Bortolotto, A. & Stanzani, L. (1992). Chlorinated hydrocarbons and heavy metals in tissues of striped dolphins, Stenella coeruleoalba, stranded along the Apulian and Sicilian coasts (Summer 1991). Eur. Res. Cetaceans, 6: 234-237.

Marsili, L., Gaggi, C., Bortolotto, A., Stanzani, L., Franchi, A., Renzoni, A. & Bacci, E. (1995). Recalcitrant organochlorine compounds in captive bottlenose dolphins (Tursiops truncatus): biomagnification or bioaccumulation? Chemosphere, 31(8): 3919-3932.

Marsili, L. and  Focardi S. 1996 - Organochlorine levels in subcutaneous blubber biopsies of fin whales (Balaenoptera physalus) and striped dolphins (Stenella coeruleoalba) from the Mediterranean Sea. Environmental Pollution, 91(1): 1-9.

Marsili L, Casini C, Marini L, Regoli A, Focardi S. (1997). Age, growth and organochlorines (HCB, DDTs and PCBs) in Mediterranean striped dolphins Stenella coeruleoalba stranded in 1988-1994 on the coasts of Italy. Mar Ecol Progr Series 151:273 - 282.

Marsili L, D'Agostino A, Bucalossi D, Malatesta T, Fossi MC. (2004). Theoretical models to evaluate hazard due to organochlorine compounds (OCs) in Mediterranean striped dolphin (Stenella coeruleoalba). Chemosphere 56(8):791-801.

Marsili L, Focardi S. (1996). Organochlorine levels in subcutaneous blubber biopsies of fin whales (Balaenoptera physalus) and striped dolphins (Stenella coeruleoalba) from the Mediterranean Sea. Environ Pollut 91(1):1-9.

Marsili L, Focardi S. (1997). Chlorinated hydrocarbon (HCB, DDTs and PCBs) levels in cetaceans stranded along the italian coasts: an overview. Environ. Monit. Assess. 45: 129-180.

Marsili L. (2000). Lipophilic contaminants in marine mammals: review of the results of ten years work at the Department of Environmental Biology, Siena University (Italy). Int J Environ Poll:416 - 452.

Marsili L., M. C. Fossi, D. Bucalossi, S. Porcelloni, S. Maltese And S. Casini (2008). Use of immunofluorescence technique in cultured fibroblasts from Mediterranean cetaceans as new «in vitro» tool to investigate effects of environmental contaminants. Marine Environmental Research, 66(1):151-153.