19 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Allarme lanciato dal WWF

In 20 anni i disastri ambientali sono quadruplicati

Negli anni Ottanta erano 129 l'anno, ora sono circa 500. Dossier pubblicato in vista di «Stand Up 2009»

ROMA - Negli ultimi 20 anni i disastri naturali sono quadruplicati, passando dai circa 129 all'anno nella metà degli anni Ottanta, ai 500 all'anno di oggi. E' l'allarme lanciato dal Wwf, in una dossier pubblicato in vista di Stand Up 2009, una iniziativa a cui prenderanno parte di milioni di persone in tutto il mondo tra il 16 e il 18 ottobre prossimi, che si alzeranno in piedi contemporaneamente per ricordare ai rispettivi di governi di mantenere gli impegni presi contro il cambiamento climatico.

A causa del riscaldamento globale, spiega il Wwf, tra il 15% e il 37% delle piante terrestri e delle specie animali potrebbero estinguersi entro il 2050. Mentre in assenza di misure adeguate il libello del mare potrebbe alzarsi anche di un metro entro il 2100.

Scenari drammatici che, sottolinea l'organizzazione ambientalista, colpirebbero soprattutto i Paesi poveri: se il livello del mare continuerà a salire al ritmo attuale, a pagarne le spese più di tutti sarà il Bangladesh, che si troverà ad avere 35 milioni di sfollati. Tra il 1990 e il 1998 il 94% dei disastri naturali, complessivamente 568, ha colpito i Paesi in via di sviluppo. Tra il 2000 e il 2004, invece, 262 milioni di persone sono state colpite da disastri legati al clima.

Ma il riscaldamento globale porterà anche la sete: entro il 2025 soffriranno la scarsità d'acqua 1 miliardo e 800 milioni di persone, la maggior parte delle quali in Asia e Africa. E se 180 milioni di persone soffrono la fame già oggi, altri 49 milioni potrebbero esserne colpite entro il 2020 e, se non si interviene, il numero potrebbe salire a 600 milioni entro il 2080. Il riscaldamento globale, infatti, potrebbe provocare un crollo del 50% della produzione agricola in alcuni Paesi poveri. Non solo, ma l'aumento delle temperature avrà conseguenze anche sulla salute: Brasile, Sud Africa e Corno d'Africa, saranno colpiti da malattie infettive oggi assenti, grazie al clima temperato.

Secondo il dossier del Wwf, sarebbe sufficiente un investimento dell'1% del Pil mondiale ogni anno per arrestare il cambiamento climatico. Occorre, spiega l'organizzazione ambientalista, «concordare un regime climatico forte e vincolante a partire dal 2012», e «assicurare che le emissioni di carbonio raggiungono un picco entro il 2017 per poi diminuire rapidamente subito dopo, allo scopo di tagliare le emissioni globali di almeno l'80% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050».