20 aprile 2024
Aggiornato 08:30

Bonifica Basso Chienti: definiti finanziamento e modalità per partire

Per la complessità dell’intervento ed anche per il suo valore tecnico, mai fino ad oggi in Italia è stato realizzato un progetto di bonifica e disinquinamento di falde acquifere come quello che, presumibilmente tra un anno, prenderà avvio nel basso bacino del Chienti
E’ quanto è stato fatto rilevare dal direttore dell’Arpam di Macerata, Gianni Corvatta, nel corso della conferenza stampa nella quale il presidente delle Provincia di Macerata, Giulio Silenzi, e l’assessore provinciale all’Ambiente, Carlo Migliorelli, hanno tenuto oggi a Civitanova Marche per annunciare la definizione degli aspetti tecnico-procedurali e finanziari necessari ad avviare la bonifica del basso bacino del Chienti, un’area di 26 chilometri quadrati, nel cuore del distretto calzaturiero, ricadente nel territorio di cinque Comuni (Morrovalle, Montecosaro, Civitanova, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare) che da anni è inquinata da solventi chimici, cosiddetti organoalogenati.

La conferenza stampa si è tenuta a ventiquattrore dall’incontro che il presidente della Provincia, Silenzi, ha avuto nella mattinata dell’11 settembre a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, con il direttore generale Gianfranco Mascazzini ed i suoi collaboratori. Due le novità sostanziali: la prima riguarda l’accordo di programma, che vedrà partecipi – come suggerito dallo stesso Ministero – solo le amministrazioni pubbliche; la seconda novità riguarda il completo finanziamento dei tre milioni di euro necessari per impiantare il cantiere di bonifica e per il primo anno di lavori. Il Ministero ha garantito un milione di euro, un altro milione è stato stanziato in bilancio dalla Regione Marche, mezzo milione di euro sono già disponibili da parte della Provincia di Macerata, che ha recentemente aumentato di altri 200 mila euro il proprio iniziale finanziamento di 300 mila; la restante quota di 500 mila euro sarà finanziata dall’insieme dei Comuni interessati per territorio, con l’intervento anche della confinante Provincia picena. Anche per non rallentare i tempi di attuazione del progetto, viene così abbandonata l’ipotesi, tentata inutilmente nei mesi scorsi, di coinvolgere direttamente i privati proprietari del terreni inquinati verso i quali le amministrazioni pubbliche avranno poi la possibilità di rivalsa.

Ricordando il ruolo di coordinamento che un anno fa la Provincia ha deciso di assumersi, con l’assenso della Regione e del Ministero, per interrompere «un’incomprensibile inerzia durata ben dodici anni», il presidente Silenzi ha sottolineato come, per il bene del territorio, sia necessario separare l’aspetto delle responsabilità dell’inquinamento – il cui accertamento compete alla Magistratura – dall’opera disinquinamento delle falde acquifere, che non può essere ritardata oltre. «Noi – ha detto Silenzi – faremo le opere necessarie a bonificare l’area, poi alla fine i colpevoli pagheranno».

I tempi: il gruppo di lavoro composto da tecnici dell’Arpam, della Provincia di Macerata e delle Regione Marche, dovranno trasformare entro 4-5 mesi il progetto preliminare già approvato dal Ministero dell’Ambiente in progetto esecutivo; altrettanti mesi saranno necessari per l’appalto delle opere che richiede una procedura di «tipo europeo». L’avvio dei lavori, che si protrarranno per almeno 5-6 anni, avverrà presumibilmente nel secondo semestre 2009. Sul piano operativo saranno realizzare almeno dodici barriere idrografiche per una lunghezza complessiva di circa tre chilometri, in grado di intercettare, prelevare e disinquinare le acqua di falda.