Sanchez vuole governare da solo. Podemos insiste su partecipazione
Il leader socialista inizierà i negoziati per la formazione del nuovo governo spagnolo solo dopo le elezioni amministrative ed europee del 26 maggio
MADRID - Pedro Sanchez inizierà i negoziati formali per la formazione del nuovo governo spagnolo solo dopo le elezioni amministrative ed europee del 26 maggio, il che implica che il nuovo esecutivo otterrà la fiducia non prima del mese di giugno.
Come riporta il quotidiano spagnolo El Pais, Sanchez è infatti deciso a governare da solo con un esecutivo di minoranza, anche se con il necessario appoggio esterno di Unidas Podemos e quanto meno l'astensione in sede di fiducia degli indipendentisti catalani.
Dopo la sconfitta di Susana Diaz nelle elezioni andaluse Sanchez detiene al momento il controllo totale sul proprio partito e, di riflesso, su qualsiasi governo monocolore, situazione alla quale non ha intenzione di rinunciare; di contro, il leader di UP Pablo Iglesias appare deciso a cercare di entrare a pieno titolo nell'esecutivo senza fornire un sostegno gratuito.
Appare invece del tutto tramontata l'ipotesi di un'alleanza fra il Psoe e Ciudadanos: il partito di Albert Rivera infatti appare impegnato a conquistare l'egemonia della destra già alle prossime amministrative e preferisce quindi rimanere all'opposizione.
Se il voto alle europee potrebbe dare una qualche indicazione supplementare sull'equilibrio delle forze, le ammnistrative forniranno sicuramente l'incentivo per degli accordi fra le sinistre su scala regionale e locale di cui Sanchez dovrà tener conto: stando agli analisti infatti un'intesa fra Psoe e UP appare inevitabile.
Il dubbio è se si possa trattare di un esecutivo di sinistra sul modello portoghese - con l'astensione degli indipendentisti catalani di Erc che garantirebbe la fiducia - oppure se UP, il cui risultato alle politiche non è stato quello sperato, si accontenterà di un appoggio esterno: il braccio di ferro fra Sanchez e Iglesias è appena iniziato e durerà a lungo.
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