Le ong gettano la spugna: si ferma la nave dei migranti Aquarius. Salvini: «Bene così»
Msf e Sos Méditerranée annunciano lo stop alle attività: «Dopo due mesi in porto a Marsiglia senza bandiera». Per il vicepremier «meno partenze, meno sbarchi»
ROMA – Con una dichiarazione Medici senza frontiere e Sos Mediterranee hanno annunciato oggi la «fine» delle operazioni di salvataggio della loro nave umanitaria Aquarius; nave, rimasta senza bandiera, diventata il simbolo della crisi politica che circonda l'accoglienza dei migranti. «Rinunciare all'Aquarius è stata una decisione estremamente difficile da prendere», ha affermato Frederic Penard, direttore delle operazioni di Sos Mediterranee, che «sta già esplorando attivamente le opzioni per una nuova nave e un nuovo padiglione». Per spiegare questa decisione, Msf ha lamentato «gli attacchi compiuti negli ultimi diciotto mesi da alcuni stati europei» e le «affermazioni grottesche sul traffico di rifiuti e attività criminali» rivolte a entrambe le ong.
La spiegazione delle ong
Negli ultimi due mesi, con persone disperate che continuano a fuggire in mare lungo la rotta migratoria più letale al mondo, la nave Aquarius è rimasta bloccata in porto, impossibilitata a portare avanti la propria azione umanitaria salvavita, denuncia una nota, che punta il dito direttamente contro le colpe dell'Italia: «È il risultato della prolungata campagna avviata dal governo italiano e supportata da altri stati europei, per delegittimare, diffamare e ostacolare le organizzazioni umanitarie impegnate a soccorrere persone vulnerabili nel Mediterraneo. Insieme alle inadeguate e inumane politiche migratorie dell'Unione europea, questa campagna contro le organizzazioni in mare sta minando il diritto internazionale e i principi umanitari. In mancanza di una soluzione immediata, Msf e Sos Mediterranée non hanno altra scelta che porre fine alle operazioni della nave Aquarius». I responsabili chiamano in causa anche le responsabilità comunitarie: «È un giorno buio – dichiara Gabriele Eminente, direttore generale di Medici senza frontiere – non solo l'Europa ha fallito nel garantire la necessaria capacità di ricerca e soccorso, ma ha anche sabotato chi cercava di salvare vite umane. La fine di Aquarius vuol dire più morti in mare, più morti evitabili che avverranno senza alcun testimone».
I commenti politici
Soddisfazione da Matteo Salvini: «La nave Aquarius chiude le attività. Meno partenze, meno sbarchi, meno morti. Bene così», scrive su Twitter il vicepremier, ministro dell'Interno e segretario della Lega. Dalla sinistra, invece, arrivano proteste: «La nave Aquarius non salverà più vite, il mare diventa così ancora più pericoloso. L'attuale ministro dell'Interno Salvini gongola, sulle pelle delle persone disperate, proseguendo la battaglia feroce contro le Organizzazioni non governative. Ma le responsabilità sono diffuse nella classe politica italiana, basti pensare al codice Minniti, il primo atto di criminalizzazione verso chi svolgeva attività di salvataggio di vite umane. E non va dimenticato Luigi Di Maio, ormai calato nei panni di perfetto vice Salvini, che parla di taxi del mare – dichiara Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, commentando l'annuncio della fine delle attività dell'imbarcazione – L'Aquarius che lascia il mare è una sconfitta per tutti, per il principio di umanità. Proprio quell'umanità che questo governo vuole definitivamente seppellire, dietro un volto truce in nome della propaganda, che finisce per distruggere la comunità. E senza una vera comunità, non ci può essere sicurezza. Ma solo più paura, più rabbia e quindi più pericoli».
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