Siria, l'ira della Russia: nessuna indagine sull'attacco chimico dopo 2 settimane
Il rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa russo, il generale Igor Konashenkov, lancia un'invettiva contro l'Ovest, nonchè l'ombra del dubbio su quanto dalle tv di mezzo mondo è stato definito un 'attacco chimico' in Siria
MOSCA - «Ormai è chiaro: come in Iraq e in Libia, non c'è intenzione di condurre indagini serie su Khan Shaykhun». Così il rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa russo, il generale Igor Konashenkov, lancia la sua ennesima invettiva contro l'Ovest, nonchè l'ombra del dubbio su quanto dalle tv di mezzo mondo è stato definito un «attacco chimico" in Siria.
Dopo due settimane
«Sono passate due settimane, e le uniche prove dell'attacco chimico sono due video dei "caschi bianchi"» ha detto il generale, sottolinendo che tutto questo per comprovare un crimine di tale grado non è sufficiente. «Intanto in città (gli abitanti) vivono la loro vita. Non c'è nemmeno la richiesta di assistenza di farmaci specifici, antidoti, non solo dalla popolazione, ma neppure degli pseudosoccorritori», ha dichiarato Konashenkov, sottolineando la sorpresa davanti ai «rappresentanti dei caschi bianchi, che senza maschere e tute speciali possono così tanto tempo lavorare nella zona interessata, pur rimanendo in vita».
Nessuna prova
Konashenkov aveva detto in precedenza, subito dopo l'attacco Usa alla base siriana di al Shayrat, che «né il Pentagono né il Dipartimento di Stato hanno fornito alcuna prova» della presenza di «armi chimiche nella base aerea». Il tutto dopo l'attacco missilistico lanciato dagli Stati Uniti contro la base militare, deciso dal capo di stato americano Donald Trump come ritorsione, dopo l'attacco chimico che il regime siriano avrebbe compiuto a Khan Shaykhun.
Putin ed Erdogan vogliono un'indagine
Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan hanno sottolineato l'importanza di un'indagine imparziale sul presunto attacco chimico avvenuto in Siria nei pressi di Idlib. Lo ha riferito il Cremlino parlando dei contenuti della telefonata di Putin a Erdogan. I due presidenti hanno espresso poi il sostegno dei loro Paesi ai negoziati di pace sulla Siria sia nel formato di Astana che in quello di Ginevra, scrive Sputnik, citando il Cremlino.
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