23 maggio 2025
Aggiornato 23:00
Sospensione accordo sul plutonio, nuovo missile e nuove basi

Nato-Russia, le 3 mosse di Putin per rispondere all'attivismo dell'Alleanza

L'attivismo della Nato incoraggia Vladimir Putin alla contromossa. Tra cui la sospensione dell'accordo sul plutonio, un nuovo terribile missile e nuove basi militari

Il presidente russo Vladimir Putin.
Il presidente russo Vladimir Putin. Foto: Shutterstock

MOSCA - Sempre più Guerra fredda. Mentre la Nato si prepara a dispiegare i suoi battaglioni negli Stati dell'Europa dell'Est, il presidente russo Vladimir Putin ha promulgato una legge che sospende un accordo con gli Stati Uniti sul riciclaggio di plutonio militare, una decisione adottata a seguito delle «azioni ostili» di Washington verso la Russia. Ufficialmente pubblicata oggi, la legge, che entra in vigore immediatamente, è stata votata in ottobre dalla Duma, Camera bassa del parlamento russo, e approvata dal Consiglio di Federazione (la Camera alta).

L'accordo sul plutonio
Firmato nel 2000 fra Putin e Bill Clinton, allora Presidente americano, l'accordo prevedeva per i due Paesi il riciclaggio in combustibile civile di 34 tonnellate di plutonio proveniente dai loro immensi stock di ogive nucleari ereditati dalla Guerra fredda, segno del loro impegno a lottare contro la proliferazione delle armi nucleari. Annunciando a inizio ottobre la sua decisione di sospendere l'accordo, Putin l'ha giustificata con il «radicale cambiamento delle circostanze e la comparsa di una minaccia per la stabilità strategica a causa delle azioni ostili degli Stati Uniti nei confronti della Russia». L'attivismo della Nato a ridosso dei confini russi sono visti da Mosca come una minaccia, ma la sospensione dell'accordo poggia anche sulle accuse russe dirette agli States, che non avrebbero mai rispettato i patti e avrebbero mescolato il plutonio con altri materiali, collocandolo in un deposito di scorie radioattive.

Lo spiraglio impossibile
Tuttavia, la legge lascia uno spiraglio aperto: Mosca è disponibile a un passo indietro qualora Washington decida di ritirare le sue forze dai Paesi che sono entrati nella Nato dopo il 2000, e se metterà fine a «tutte le sanzioni» contro Mosca e verserà delle indennità per compensare le perdite finanziarie. Una prospettiva, oggi come oggi, del tutto irrealizzabile, che fa pensare che l'accordo sul plutonio rimarrà lettera morta. 

Il nuovo missile Satan-2
Non solo: di recente Putin ha anche presentato un nuovo missile balistico intercontinentale armabile con testate nucleari che sarà presto a disposizione delle forze armate di Mosca. Si tratta dell'Rs28, noto anche come Satan-2 secondo la nomenclatura della Nato. I primi test sono in agenda nel 2018. Il missile avrebbe una gittata di 10-11mila chilometri e potrà essere armato con dieci testate nucleari «pesanti» o 16 «leggere». Il predecessore di questo missile, l'R36M, sarebbe «capace di distruggere un'area vasta come il Texas». Punto di forza del nuovo arrivato sarà la velocità: potrà infatti viaggiare a 7.000 chilometri all'ora, e sarà quindi «capace di superare qualunque difesa antiaereo».

La base in Venezuela
Terza mossa recente del Cremlino, l'imminente di una base russa nel litorale caraibico del Venezuela. Lo ha annunciato pochi giorni fa alla Duma il viceministro della Difesa di Mosca, Nikolai Pankov, nel quadro del progetto di espansione delle Forze Armate nello scacchiere sudamericano. Lo scenario è quello del recupero della rete di installazioni militari che l’Unione Sovietica possedeva in 15 diversi Paesi. Oltre al Venezuela, altro punto strategico sarà la Stazione di Intelligence di Lourdes, a Cuba. Già nelle scorse settimane si è parlato dell’espansione del complesso di Tartus e Latakia, in Siria, un obiettivo di breve termine che favorirà il mantenimento dell'influenza russa in Medio Oriente. Nel caso del Venezuela, l’obiettivo è quello di costruire una base d’appoggio per la flotta e per l’aeronautica russa, con annesso centro di supporto tecnico per missioni di lunga distanza.