19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Il presidente turco: proseguiremo doveri umanitari

Migranti, Erdogan accusa l'Ue: ricevuti solo 179 milioni su 3 miliardi

Il presidente turco Tayyp Recep Erdogan è tornato a rimbrottare l'Ue per aver ricevuto soltanto una piccola somma dei primi 3 miliardi promessi per tenere i migranti in Turchia

Il presidente turco Tayyp Recep Erdogan.
Il presidente turco Tayyp Recep Erdogan. Foto: Shutterstock

ANKARA - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è tornato ad attaccare l'Unione europea per il mancato rispetto degli accordi relativi all'intesa sui migranti firmata a marzo. Secondo il capo di stato turco Ankara ha ricevuto da Bruxelles soltanto 179 milioni di euro contro i tre miliardi pattuiti per l'accoglienza dei rifugiati siriani. Lo scrive il Daily Sabah.

Le accuse di Erdogan
Parlando alla Conferenza internazionale di Scienze e Tecnologia ad Ankara, Erdogan ha sottolineato che nonostante la questione dei rifugiati sia stata al centro dell'ultima sessione di lavoro delle Nazioni Unite, nessuno se ne prende veramente carico. Il presidente turco ha aggiunto la Turchia continuerà a rispettare i suoi doveri umanitari indipendentemente dal fatto che l'Ue mantenga o meno le sue promesse.

Migranti verso l'Ungheria
Intanto, i migranti in Europa continuano ad arrivare. Oltre trecento migranti si sono messi in marcia da Belgrado in direzione della frontiera ungherese (nord) nella speranza di entrare nell'Unione europea, due giorni dopo il referendum anti-immigrazione nel Paese magiaro, invalidato per non aver raggiunto il quorum.

Proteste
Scortato dalla polizia, il gruppo è arrivato nel primo pomeriggio a Zemun, un sobborgo a nordovest di Belgrado: lo ha riportato la televisione di stato (Rts) sul suo sito internet. In precedenza questi migranti avevano brevemente protestato nel centro di Belgrado, in prossimità della stazione ferroviaria, contro le misure anti-migranti dell'Ungheria rivendicando di poter entrare liberamente sul territorio dell'Unione Europea. «Non abbiamo bisogno di cibo e acqua, vi chiediamo di aprire le frontiere», si leggeva su un cartello. Il numero di migranti bloccato in Serbia è aumentato da quando l'Ungheria ha adottato, lo scorso luglio, una legge che permette di ricondurre alla frontiera i migranti arrestati in un raggio di otto chilometri sul suo territorio.

La difficile situazione in Serbia
Secondo l'Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, oltre 5.500 migranti sono al momento bloccati in Serbia, che stima avere una capacità di accoglienza dalle 6 alle 7mila persone. Il presidente serbo Tomislav Nikolic si è preoccupato per la situazione e ha menzionato la necessità di «chiudere la frontiera ai migranti» se questi ultimi continueranno ad affluire in Serbia senza possibilità di proseguire la loro rotta verso l'Europa occidentale. Centinaia di migliaia di migranti hanno intrapreso la rotta dei Balcani avendo transitato per la Serbia nel 2015 e a inizio 2016. Questo flusso è stato però interrotto a marzo, dopo la decisione di vari Paesi di chiudere la loro frontiera.  

Nel Mediterraneo si continua a morire
Nel Mediterraneo, poi, si continua a rischiare la vita e a morire. Almeno 28 migranti sono stati trovati morti nell'ultimo giorno di disperati tentativi di salvataggio nel Mediterraneo. Tra questi, 22 persone che si trovavano su un barcone partito dalla Libia e diretto in Italia. Lo riferiscono diverse fonti. Un fotografo dell'agenzia di stampa Afp che viaggiava sull'Astral, una nave dell'organizzazione non governativa spagnola ProActiva Open Arms, ha verificato, salendo a bordo del barcone, che almeno 22 persone erano morte soffocate. Nei tre livelli dell'imbarazione, pare vi fossero qualcosa come mille persone. La Guardia costiera italiana ha parlato di 28 cadaveri recuperati nel corso di 33 operazioni ieri, che hanno portato al salvataggio di 4.655 migranti.

(Con fonte Askanews)