Catalogna, migliaia in piazza per la festa dell'indipendenza invocando la secessione
Migliaia di persone hanno manifestato ieri per la secessione della Catalogna dalla Spagna, in occasione delle celebrazioni della giornata dell'indipendenza

BARCELLONA - Un 11 settembre meno noto, ma che per i catalani è certamente degno di essere ricordato e celebrato. Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato ieri per la secessione della Catalogna dalla Spagna, nonostante la divisioni tra i vari partiti indipendentisti sulla via da seguire. La Diada dell'11 settembre, giornata «nazionale» della ricca regione del nordest della Spagna che conserva la sua lingua e la sua cultura, è celebrata da cinque anni da vaste manifestazioni degli indipendentisti.
Polemiche
Ma gli ultimi mesi sono stati segnati dalle polemiche tra le varie formazioni indipendentisti mentre il governo regionale sta mettendo a punto le misura per preparare la dichiarazioni unilaterale d'indipendenza della regione affacciata sul Mediterraneo con 7,5 milioni di abitanti.
Indipendentismo
Dopo aver tentato per anni senza successo di strappare l'assenso di Madrid a un referendum sull'autodeterminazione, come è successo per la Scozia con Londra, gli indipendentisti hanno optato per la secessione dopo aver ottenuto la maggioranza assoluta del Parlamento regionale catalano a settembre 2015. Entro metà 2017 vogliono mettere in piedi la macchina amministrativa di un futuro Stato indipendente, adottare le leggi per staccarsi dalla Spagna e convocare «elezioni costituenti" per redigere la futura costituzione catalana. Ma il piano è deragliato quando la giunta di coalizione, guidata da Carles Puigdemont, ha perso l'appoggio del piccolo partito anticapitalista CUP, il più radicale tra gli indipendentisti. La Diada di oggi è quindi l'occasione di serrare i ranghi e rilanciare il processo d'indipendenza, che molti militanti trovano troppo lento.
Manifestazioni
Più di 340mila persone si sono iscritte per partecipare alle manifestazioni tenutesi in cinque città e paesi catalani, Barcellona, Tarragona, Lleida, Berga e Salt, sotto lo slogan «E' il momento, avanti la repubblica catalana». Vi sono attesi i leader indipendentisti, come Carles Puigdemont e il vicepresidente Oriol Junqueras, del partito di sinistra Esquerra Republicana Catalana. Ci saranno anche l'amata sindaca di Barcellona, Ada Colau, che resta volutamente ambigua sulla questione indipendentista e i suoi alleati di Podemos. La formazione di sinistra è l'unico partito nazionale spagnolo che è pronto ad accettare il referendum per l'autodeterminazione, pur pronunciandosi contro l'indipendenza.
Mobilitazione
La mobilitazione è inferiore allo scorso anno, quando 485mila iscritti invasero un viale di Barcellona. Nel 2015, la folla formò una colossale V tra due passeig a Barcellona per celebrare al vittoria elettorale. Nel 2014 fu formata una catena umana lunga 400 chilometri.
Immobilismo cronico
Nei giorni scorsi Ada Colau ha denunciato pubblicamente «l'immobilismo cronico» del governo uscente di Mariano Rajoy a Madrid, che ha respinto ogni concessione alla febbre indipendentista catalana. E non sono attese svolte in tempi brevi, mentre i partiti girano ancora avuto sulla formazione di un nuovo governo dopo due elezioni inconcludenti.
La situazione politica
A Barcellona intanto Puigdemont e CUP si sono riavvicinati negli ultimi giorni: il partito radicale è pronto a votare sì alla fiducia al governo regionale, ma in cambio pretende un referendum unilaterale sull'indipendenza, cosa che gli altri partiti indipendentisti non vogliono. A ricompattare le varie anime del movimento potrebbe esser la magistratura spagnola se perseguirà penalmente, come tutto lascia credere, la presidente del parlamento catalano Carme Forcadell per aver consentito l'aodozione di una «road map» secessionista nonostante gli avvertimenti della Corte costituzionale.
(Fonte Askanews)
- 08/10/2017 Catalogna, dopo il braccio di ferro in piazza a Barcellona per il dialogo
- 05/10/2017 Catalogna, «Soros finanzia i separatisti». E l'Ue rischia una nuova crisi. Chi ci guadagna?
- 03/10/2017 Catalogna, sciopero generale: centinaia di migliaia contro Madrid
- 03/10/2017 Catalogna, Salvini: «700 feriti, dov'è la democrazia? Il silenzio dell'UE è imbarazzante»