24 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Ipotesi avvalorata da dimensione dei resti dei corpi recuperati

Egyptair, medico legale: possibile detonazione. Ma nessuna traccia di esplosivo sui resti umani

Sarebbe stata una esplosione a bordo a causare la tragedia dell'Airbus 320 dell'Egyptair con 66 persone a bordo, anche se sui corpi non sono stati rinvenuti resti di esplosivo

IL CAIRO - Sarebbe stata una «esplosione a bordo» a causare la tragedia dell'Airbus 320 dell'Egyptair precipitato nel Mediterraneo nella notte tra mercoledì e giovedì mentre volava da Parigi al Cairo con 66 persone a bordo. A sostenerlo è una fonte dell'Istituto di Medicina Legale egiziana citata dalla tv satellitare al Arabiya.

Un'esplosione?
Secondo questa fonte, dall'esame dei resti umani trovati nel punto in cui l'aereo è caduto «non è stata trovata una parte intera di corpo più grande di un braccio o di una testa». E sarebbero proprio le dimensioni delle parti recuperate a suggerire questa ipotesi: «La spiegazione logica è che si è trattato di un'esplosione», ha detto la fonte prima di aggiungere: «Ma non ho idea di che tipo di esplosione sia stata».

Le versioni discordanti di Egitto e Grecia
Sempre sul fronte delle indagini, secondo l'emittente saudita, la Procura egiziana «ha chiesto a Francia e Grecia» i dati sul volo: in particolare ha chiesto alle autorità greche «le registrazioni delle comunicazioni dell'aereo con la torre di controllo» dell'aeroporto di Atene. Le autorità egiziane, a differenza di quanto dichiarato dal ministro della Difesa greco, l’Airbus 320 di Egyptair non avrebbe effettuato brusche virate né cambiato direzione prima di precipitare in mare.  «L’aereo – hanno riferito dal Cairo – è apparso ad un’altezza di 37mila piedi all’interno dello spazio aereo greco, poi è scomparso dai radar dopo nemmeno un minuto», ha dichiarato l’Ente nazionale egiziano di servizi per la navigazione aerea.

Polemiche sulle indagini egiziane
Polemiche sono scoppiate a proposito di come l'Egitto sta conducendo le indagini. Le fotografie delle operazioni di recupero diffuse dal personale militare egiziano, infatti, mostrano alcuni funzionari maneggiare i resti senza indumenti protettivi e appoggiarli su superfici a loro volta non protette. Il rischio è che personale militare a contatto con armi o munizioni trasferisca sostanze contaminanti ai resti maneggiati e quindi alterari i risultati degli esami. Lubrificanti e altri oggetti presenti sulle imbarcazioni possono a loro volta contenere elementi chimici che si rinvengono anche negli ordigni. Il ministero dell'Aviazione civile dell’Egitto ha respinto con forza le critiche, ma già nell’ottobre dello scorso anno, quando un aereo di linea russo precipitò sul Sinai, le autorità egiziane furono accusate di agire con lentenzza e incompetenza, permettendo a un alto numero di civili e funzionari di accedere al sito dello schianto. L’esame dei resti del volo 804 sarà decisivo per fare un po’ di luce sull’accaduto, almeno fino a quando non saranno esaminate le scatole nere.