16 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Commissione vuole regime più equo, anche senza riforma radicale

Migranti, le 2 opzioni di riforma del Trattato di Dublino

Le opzioni in discussione per la riforma del sistema Dublino sono due, ma in entrambe le strade - per ora soltanto abbozzate - non mancano difficoltà e dubbi

BRUXELLES - La Commissione europea ha presentato, ieri a Bruxelles, un nuovo pacchetto di misure sulla politica comune di immigrazione e asilo dell'Ue, e in particolare due diverse opzioni per la riforma del Regolamento di Dublino, in vigore dal 1997, miranti a stabilire un sistema permanente più equo per la ripartizione dei rifugiati fra tutti gli Stati membri. L'Esecutivo comunitario aveva promesso di presentare una proposta di modifica del «sistema di Dublino», dimostratosi del tutto inadeguato a governare l'attuale crisi dei rifugiati, perché scarica sul solo paese di primo approdo dei migranti irregolari la responsabilità e l'onere di esaminare le domande dei richiedenti asilo, e di accogliere e stabilire sul proprio territorio coloro che ottengono la protezione internazionale.

Fase preliminare
Quella di ieri, tuttavia, non è ancora una proposta formale di modifica legislativa del sistema comune europeo dell'asilo, ma una «comunicazione» in cui la Commissione indica praticamente due diverse opzioni politiche, da discutere subito per poi scegliere al più presto quella che avrà ottenuto più consensi da parte dei governi, più una possibile misura di lungo termine, considerata per ora troppo ambiziosa per poter essere adottata immediatamente.

Prima opzione
La prima opzione consiste praticamente in un emendamento del sistema di Dublino, che resterebbe in vigore, ma con l'aggiunta di un meccanismo correttivo di ripartizione dei rifugiati fra tutti gli Stati membri in caso di emergenza (ovvero di afflusso massiccio di migranti irregolari nei paesi più esposti). Si tratterebbe, in pratica, di un meccanismo permanente, simile a quello che la Commissione ha già proposto (trovando finora un forte opposizione) per rendere sistematico l'attuale schema delle «relocation» d'emergenza. Il meccanismo delle «relocation» (ricollocamenti), che è stato deciso - e finora scarsamente applicato - per le situazioni d'emergenza verificatesi in Italia e Grecia, riguarda specificamente la redistribuzione negli altri Stati membri di 160.000 rifugiati approdati negli ultimi due anni nei due paesi.

Seconda opzione
La seconda opzione consiste in una vera e propria riforma radicale del regolamento di Dublino, che in pratica verrebbe abrogato e sostituito con un nuovo sistema di norme, basato su una chiave di ripartizione dei rifugiati permanente e «automatica», indipendente dal paese di primo arrivo. La chiave di ripartizione sarebbe basata su parametri relativi alla popolazione di ogni Stato membro, la sua ricchezza e la sua capacità di assorbimento dei rifugiati. La misura di più lungo termine riguarda invece la possibile centralizzazione della gestione del sistema comune nelle mani di un'Agenzia europea dell'Asilo con nuovi poteri decisionali molto rafforzati rispetto a quelli attuali e nuove risorse, e con una cessione di sovranità da parte degli Stati membri. Una prospettiva che la Commissione stessa riconosce essere «difficile da prospettare nel breve e medio termine».