20 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Appello a unità Comunità internazionale dopo attacchi in Francia

Da Putin a Obama, gli appelli dei leader del G20 contro il terrorismo

I leader mondiali riuniti al G20 di Antalya hanno affrontato la questione della lotta al terrorismo e hanno promesso una lotta senza quartiere contro i jihadisti

ANTALYA - Vincere contro il terrorismo sarà possibile «solo se la Comunità internazionale unirà i propri sforzi» e agirà unita, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin al G20 di Antalya. Un appello all'unità d'azione lanciato dal capo del Cremlino dopo gli attentati a Parigi, ma anche dopo la tragedia dell'Airbus russo abbattuto in Egitto e sullo sfondo delle tensioni perduranti con l'Occidente, in particolare con gli Usa, per l'intervento militare russo in Siria. 

Erdogan
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che i leader del G20 riuniti ad Antalya invieranno «un messaggio fortissimo, duro», contro il terrorismo dopo gli attacchi di venerdì a Parigi. Erdogan ha parlato dopo un incontro con il presidente Usa Barack Obama. 

Obama
il presidente Usa Barack Obama, dopo aver incontrato Erdogan, ha invece affermato che "I cieli si sono oscurati» per «gli orrendi attacchi» terroristici a Parigi.  L'uccisione di vittime innocenti a Parigi ma anche ad Ankara, ha aggiunto Obama, «è un attacco al mondo civilizzato». Il presidente ha quindi promesso: «Siamo impegnati nel dare caccia ai terroristi responsabili».  Il presidente degli Stati Uniti incontrerà tra l'altro oggi il re saudita Salman, mentre i leader mondiali cercano una risposta comune agli attentati di Parigi rivendicati dallo Stato Islamico. Lo hanno indicato fonti americane. I leader di Washington e Riad hanno intenzione di vedersi a margine del vertice del G20 di Antalya, supercontrollata località turca sul Mar Mediterraneo, dove la lotta all'Isis è in cima all'agenda dei leader presenti. Gli attentati di Parigi - che secondo l'ultimo bilancio hanno provocato 129 morti - pesano sul summit in Turchia, dove i leader cercheranno di arrivare a un comunicato finale congiunto sulle stragi in Francia e limare le divergenze, ancora pesanti, sulla guerra in Siria. Sia gli Stati Uniti sia l'Arabia Saudita fanno parte della coalizione sotto comando americano che ha preso di mira l'Isis, che controlla vaste zone di territorio in Siria e in Iraq.

Tusk
E' stata poi la volta del presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, che, nel corso di una conferenza stampa ad Antalya dove si trova per il G20, ha dichiarato: «Questo non può essere solo l'ennesimo summit. Le parole non sono abbastanza, è il momento di agire", soprattutto nell'ottica di «affrontare il problema del finanziamento del terrore, che arriva da molti Paesi». A giudizio di Tusk, infatti, «solo cooperando sullo scambio di informazioni sulle transazioni sospette potremo essere efficaci contro il terrorismo». Tusk ha anche lanciato un monito alla Russia di Putin: «Le azioni russe sul terreno in Siria devono essere più focalizzate sull'Isis. Non possiamo accettare azioni contro l'opposizione moderata, pena una nuova ondata di rifugiati siriani. Abbiamo segnali che sia già iniziata».

Juncker
Ma la questione terroristica ne ha aperta un'altra, quella sui migranti. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, prima dell'apertura del summit ha dichiarato che gli attacchi terroristici non «danno motivo di rivedere nel loro insieme» le politiche europee sui rifugiati. Un messaggio a tutti i Paesi membri dell'Ue, ma che appare indirizzato in particolare, anche se non esplicitamente, alla Polonia, che ieri ha fatto sapere di non avere intenzione di partecipare al piano di ricollocazione dei migranti dopo le stragi nella capitale francese. Eppure, il legame tra i due temi - terrorismo e immigrazione - sarebbe testimoniato dal fatto che due persone ricercate dalla polizia francese in relazione agli attentati di Parigi sono state registrate alcuni mesi fa come rifugiati dalle autorità greche: lo ha reso noto la polizia ellenica.

(Con fonte Askanews)