Putin: «Corsa agli armamenti? Stiamo solo recuperando il tempo perduto»
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la Russia non è impegnata a superare nella corsa agli armamenti, ma è semplicemente nella rimonta, recuperando le posizioni perse nel corso degli ultimi anni
MOSCA - Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la Russia non è impegnata a «superare» nella corsa agli armamenti, ma è semplicemente «nella rimonta», recuperando le posizioni perse nel corso degli ultimi anni. «Come ho detto prima e lo ripeto: non stiamo cercando di essere coinvolti in una sorta di corsa agli armamenti, ancora meno cercare di raggiungere qualcuno o superarlo. Abbiamo semplicemente bisogno di recuperare il ritardo su quello che è stato perso negli anni 90 e il primo decennio del 2000, quando le forze armate, nonché le imprese industriali militari, sono state cronicamente lasciate senza finanziamenti» ha detto Putin durante una riunione con funzionari dell'industria della difesa.
Contromisure russe
Tale precisazione giunge dopo l'annuncio secondo cui Mosca prenderà delle «contromisure» in risposta allo scudo anti missile Usa e «lavorerà anche sui sistemi di attacco capaci di superare qualsiasi sistema antimissilistico». Lo ha detto Vladimir Putin a Sochi in una riunione del complesso militare specificando che Mosca aumenterà il proprio arsenale nucleare in risposta alla decisione degli Stati Uniti di proseguire con i piani per implementare lo scudo antimissile in Europa. «Svilupperemo sistemi di difesa missilistica - ha dichiarato Putin - ma prima, come abbiamo detto molte volte, si svilupperanno sistemi offensivi in grado di superare qualsiasi scudo».
Scambio di accuse
La guerra dello scudo spaziale affonda le sue radici ai tempi della Guerra fredda, nell'accordo per il controllo delle armi (Inf), siglato nel 1987 dagli allora presidenti Ronald Reagan e Michail Gorbaciov. Loro obiettivo era ridurre l'uso dei missili a testata nucleare a medio raggio. Quell'accordo, in teoria, sarebbe ancora in vigore, ma in verità americani e russi si accusano non da oggi vicendevolmente di averlo violato. Lo ha fatto Washington nel 2014, diramando le prove che Mosca avrebbe fatto per un nuovo missile da crociera, e criticando lo schieramento di missili Iskander nell'enclave di Kalingrad sul Baltico. Putin ha rimandato le accuse al mittente, considerando gli States responsabili di una analoga violazione.
Vendita di armi
Le ultime settimane sono state segnate anche da due «colpi grossi» da parte della Russia per quanto riguarda la vendita di armi. Il presidente russo Vladimir Putin ha infatti ordinato di firmare un accordo con l'Armenia per stabilire un sistema di difesa aerea regionale congiunta nella regione del Caucaso. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa è stato incaricato, con la partecipazione del Ministero degli Esteri russo, è stato incaricato di firmare l'accordo per conto della Russia con la parte armena.
Il colpo grosso con l'Iran
Pochi giorni fa, inoltre, il produttore d'armi russo Rostekhnologuii (Rostec) ha annunciatola firma di un accordo per la vendita a Teheran di missili di difesa antiaerea S-300, prima interdetta dal Cremlino nel 2007 e poi autorizzata - nello scorso mese di aprile - dal presidente Vladimir Putin. «La Russia ha firmato con l'Iran un contratto di vendita di missili di difesa antiaerea S-300», ha confermato il direttore generale di Rostec, Sergey Tchemezov, precisando che la Repubblica islamica d'Iran riceverà una versione «moderna e aggiornata» dei missili, rispetto a quella prevista dal contratto del 2007, poi sospeso dal Cremlino. Il gruppo russo non ha comunicato i tempi di consegna dei missili ma ha precisato che dopo l'attuazione della prima parte del contratto, l'Iran rinuncerà al suo procedimento giudiziario nei confronti di Mosca. Teheran si era rivolta alla Corte internazionale di arbitrato a Ginevra per richiedere alla Russia quattro miliardi di dollari a titolo di risarcimento, dopo l'interdizione alla vendita concordata per 800 milioni di dollari.
(Con fonte Askanews)