Usa 2016, la rivolta dei repubblicani sui dibattiti in tv
Più controllo, e voce in capitolo nell'organizzazione dei dibattiti presidenziali. Dopo il flop dell'ultima performance repubblicana, gli staff dei candidati repubblicani si sono riuniti per discutere sul tema
NEW YORK - Gli staff delle campagne elettorali dei candidati repubblicani alla Casa Bianca si sono incontrati ieri a Washington, trovandosi d'accordo sulla necessità di avere un ruolo centrale nell'organizzazione dei dibattiti presidenziali, tagliando fuori il Comitato nazionale del partito (Rnc), dopo le polemiche per l'organizzazione dell'ultimo confronto andato in onda sulla Cnbc.
Più controllo
I candidati, visto anche l'enorme successo televisivo dei dibattiti presidenziali, vogliono contrattare direttamente con le tv e avere il controllo sui moderatori e sulle loro domande. L'accordo tra gli staff è stato trovato su vari punti: i dibattiti devono durare non più di due ore; ogni candidato deve avere 30 secondi per un discorso di presentazione e poi per uno di chiusura; il tempo a disposizione dei candidati deve essere diviso in maniera più equa; gli staff devono approvare le informazioni biografiche messe in onda dalle tv.
Cnr escluso
Il Comitato nazionale repubblicano, che ha assunto maggiori poteri nell'organizzazione dei dibattiti rispetto ai precedenti cicli elettorali, è stato escluso dall'incontro, accusato di non essere stato in grado di affrontare e risolvere le preoccupazioni e i problemi dei candidati.
Candidati irritati
I candidati, molto irritati dalle domande e dall'atteggiamento dei moderatori della Cnbc durante l'ultimo dibattito, non vogliono che «i network abbiano il controllo», come detto da Mike Huckabee a Fox Business, che ospiterà il prossimo confronto, in programma il 10 novembre. L'incontro è stato organizzato dai consiglieri delle campagne di Donald Trump, Ben Carson, Bobby Jindal e Lindsey Graham, secondo molte fonti coinvolte nella sua organizzazione. Secondo le fonti di Politico, a fronte delle mancanze del Comitato nazionale repubblicano, per i candidati era giunto il momento di discutere tra loro dell'organizzazione dei prossimi dibattiti, che non dovrà più essere lasciata in mano al Comitato e alle televisioni.
Un dialogo complesso
Naturalmente, non sarà stato facile, in un campo così ampio come quello dei candidati repubblicani, trovare un accordo: c'è chi si lamenta per il poco tempo concessogli, chi vorrebbe fossero cambiate le regole per la 'qualificazione' al dibattito principale (gli altri partecipano a quello pomeridiano), chi vorrebbe che ci fosse spazio per un discorso di presentazione e di chiusura, mentre le televisioni vogliono che i candidati combattano tra loro il più a lungo possibile. Di sicuro, «il modo in cui questi dibattiti sono stati strutturati dal Comitato nazionale repubblicano non sta aiutando il partito» ha detto il responsabile della campagna elettorale di Carson, Barry Bennett, al Washington Examiner. I candidati, molto irritati dalle domande e dall'atteggiamento dei moderatori della Cnbc durante l'ultimo dibattito, non vogliono che «i network abbiano il controllo», come detto da Huckabee a Fox Business, che ospiterà il prossimo confronto, in programma il 10 novembre.
(Con fonte Askanews)
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