Siria, per Cameron serve una potente forza militare contro Isis e Assad
Secondo il primo ministro britannico, serve una potente forza militare per rimuovere il presidente siriano Bashar al Assad e per sconfiggere i jihadisti dello Stato islamico, origini dell'attuale crisi del Mediterraneo
LONDRA (askanews) - «Una potente forza militare» sarà necessaria per rimuovere il presidente siriano Bashar al Assad e per sconfiggere i jihadisti dello Stato islamico. E' l'opinione espressa oggi dal primo ministro David Cameron, che ha ribadito oggi la convinzione della necessità di un maggiore coinvolgimento militare britannico in Siria. Anche una mancata presa di posizione sulla crisi siriana rappresenta «una decisione ed ha delle conseguenze», ha affermato il premier di Londra, secondo quanto riferito dal Guardian.
Assad e Isis colpevoli
«Dobbiamo essere franchi: in particolare la crisi del Mediterraneo orientale è dovuta al fatto che Assad ha massacrato il suo popolo e l'Isis ha, nello stesso modo, massacrato tutti gli altri. Così milioni di persone sono fuggite dalla Siria», ha spiegato Cameron.
Necessario spodestare il dittatore
Per questa ragione, secondo il primo ministro britannico, «Assad deve lasciare il potere» e a questo scopo non è necessario «solo spendere soldi, aiuti o diplomazia. Ciò che è richiesto è una potente forza militare».
Russia già in Siria?
Intanto, secondo un responsabile americano, la Russia ha aumentato il suo dispositivo militare in Siria con due navi per lo sbarco di carri armati e veicoli blindati da trasporto truppe. Le due navi sarebbero arrivate a Tartus, ai confini del Mediterraneo, dove i russi dispongono di una base permanente.
Obiettivo Isis, o aiutare Assad?
Veicoli blindati e decine di soldati si trovano già presso l'aeroporto Bassel al Assad, nella regione di Latakia, roccaforte del regime. «I soldati sono meno di 50», ha indicato un responsabile della Difesa Usa. «Non possiamo dire con certezza se» i russi «sono arrivati per combattere l'Isis o per affrontare l'opposizione» al regime di Assad, ha commentato ancora la fonte. Intanto, il ministro russo degli Esteri Sergey Lavrov e il collega americano John Kerry hanno discusso al telefono la crisi siriana per la seconda volta nel giro di pochi giorni. Una intensificazione del confronto che arriva sulla scia delle preoccupazioni espresse da Washington sulla possibilità di un coinvolgimento militare russo nel conflitto, ma anche della condivisa opinione sull'urgenza di una svolta nel Paese mediorientale.