Juncker: passiamo all'azione, ci vuole più Europa
Il presidente Juncker ha ricordato all'Europa che è tempo di passare all'azione per risolvere la crisi migratoria, e ha sottolineato che sotto la sua presidenza non verrà abolito Schengen
STRASBURGO - Sulla crisi dei migranti è «ora di passare all'azione, non c'è alternativa». L'ha detto oggi nel primo discorso sullo «stato dell'Unione europea» il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker a Strasburgo davanti alla plenaria del Parlamento europeo, sottolineando che è un obbligo morale «accettare le persone in fuga» dalle guerre.
L'Ue non versa in buone condizioni
Juncker ha sottolineato che l'afflusso di rifugiati non rappresenta un esodo e ha sottolineato che «Italia, Grecia e Ungheria non possono essere lasciati soli» e serve che vengano applicati «standard e norme concordati a livello europeo». «L'Ue non versa in buone condizioni», ha esordito Juncker, affrontando subito il tema della crisi dei rifugiati, e osservando poi che nell'Unione europea oggi «non c'è abbastanza unione e neanche abbastanza Europa».
Momento di agire
«E' il momento di passare all'azione per gestire la crisi dei rifugiati», ha sottolineato il presidente della Commissione, dopo aver ricordato che l'Europa ha conosciuto molte ondate di profughi da un paese all'altro del Continente, negli ultimi decenni e soprattutto dopo la seconda guerra mondiale.
Non aboliremo Schengen
Juncker ha aggiunto che «il sistema Schengen», che garantisce la libera circolazione dei cittadini in gran parte dell'Ue, "non verrà abolito sotto questa Commissione". Il presidente Ue ha inoltre puntualizzato che «Non si puo' chiudere gli occhi davanti alle persone bisognose di aiuto... L'Europa è il panettiere di Kos che regala panini ai rifugiati che arrivano, sono gli studenti che offrono aiuto ai rifugiati che arrivano nelle stazioni tedesche, e le persone che alla stazione di Monaco hanno accolto con applausi i rifugiati. L'Europa in cui voglio vivere è quella incarnata da queste persone; l'Europa in cui non vorrei mai vivere è quella delle persone che rifiutano di aiutare i rifugiati».
Quote obbligatorie
Il presidente ha inoltre esposto la sua proposta per fronteggiare la crisi migratoria. "Dopo la proposta di maggio per la ridistribuzione di 40.000 rifugiati» arrivati in Italia e Grecia, «ora proponiamo una seconda 'relocation' per 120.000 da Italia, Grecia e Ungheria. Questo dovrà essere fatto in modo obbligatorio. Faccio appello agli Stati membri affinché accolgano le proposte della Commissione per la ripartizione di questi 160.000 rifugiati durante il Consiglio Ue Affari interni» del 14 settembre. «Spero che questa volta tutti facciano la propria parte, e che non ci sian solo parole e retorica, abbiamo bisogno di fatti». (fonte askanews)
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