Immigrazione, l'ondata di profughi getta nel caos l'Ue
Il Vecchio Continente è di fronte a una grande scelta: aprire le porte alla grande marea di profughi in arrivo dalla Siria e dagli altri Paesi in guerra dell'Africa e del Medio Oriente, oppure alzare il ponte levatoio di Fortezza Europa
ROMA (askanews) - Il Vecchio Continente è di fronte a una grande scelta: aprire le porte alla grande marea di profughi in arrivo dalla Siria e dagli altri Paesi in guerra dell'Africa e del Medio Oriente, oppure alzare il ponte levatoio di Fortezza Europa, anche dopo l'ondata d'emozione suscitata dalla foto del corpo riverso di un bambino curdo di Kobane sulla spiaggia turca di Bodrum e dei drammatici tentativi di centinaia di migranti di arrivare, alla principale stazione di Budapest, ai treni per l'Austria e la Germania?
Aperte le porte della stazione di Budapest
I fatti, come spesso accade, corrono più velocemente delle decisioni politiche. Oggi le autorità hanno aperto le porte della stazione Keleti Palyaudvar di Budapest ai migranti, ma hanno loro impedito di prendere i treni. Poi hanno permesso loro di salire su un convoglio apparentemente diretto verso la frontiera, solo per fermarlo dopo 40 km e caricare 2-300 migranti su bus per trasferirli in un campo profughi. Secondo quanto ha twittato un giornalista di Itv, un centinaio di questi ha rifiutato di accettare la beffa ed è rimasto sul treno, mentre all'esterno si è schierata la polizia in assetto anti-sommossa.
Europa divisa
Alla pesantezza del dramma, non corrisponde un'azione compatta ed efficace delle scelte politiche. In Europa si sta delineando, comunque, con fatica una «linea». Dopo le richieste di azione urgente arrivate da Italia, Francia, Germania e altri, il presidente della Commissione Ue Donald Tusk ha chiesto che venga messa in campo una «giusta distribuzione di almeno 100mila rifugiati tra gli stati Ue». Una proposta che, in dimensioni molto più limitate, era già stata rifiutata dai leader europei a giugno, quando invece si optò per una ricollocazione «volontaria» di 32mila profughi da Siria ed Eritrea.
Punti di resistenza
La proposta non sembra avere già un'unanimità. Il premier magiaro Viktor Orban, un cui commento pubblicato sulla Faz proprio oggi denuncia il rischio che l'ondata migratoria per lo più di religione musulmana mini «l'identità cristiana» dell'Europa, si è detto contro le quote. E, in un commento fatto a Budapest in una conferenza stampa col presidente dell'Europarlamento, il tedesco Martin Schulz, ha affermato che i migranti «non sono un problema europeo, ma tedesco». L'altro grande punto di resistenza contro la linea solidale è la Gran Bretagna, ma con un certo affanno. Il primo ministro David Cameron si è trovato oggi sotto il fuoco di fila della stampa, dopo la pubblicazione della foto di Bodrum. Londra, finora, ha accettato solo 216 rifugiati siriani.
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