29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Si lamentava per l'esecuzione del marito

Kim Jong Un fece avvelenare sua zia?

Il numero uno della Corea del Nord Kim Jong Un avrebb e fatto avvelenare la zia Kim Kyong Hui. L'ha affermato - secondo quanto riporta oggi la Cnn - il signor Park, nome fittizio sotto il quale si cela uno dei fuoriusciti di livello più alto dalla Nordcorea.

ROMA (askanews) - Il numero uno della Corea del Nord Kim Jong Un avrebb e fatto avvelenare la zia Kim Kyong Hui. L'ha affermato - secondo quanto riporta oggi la Cnn - il signor Park, nome fittizio sotto il quale si cela uno dei fuoriusciti di livello più alto dalla Nordcorea.

L'uccisione della zia
«Il 5 o 6 maggio dello scorso anno Kim Jong Un ha ordinato che sua zia, Kim Kyong Hui, fosse uccisa. Solo la sua unità di guardie del corpo, l'Unità 974, ne era a conoscenza, ma ora molti alti dirigenti sanno che è stata avvelenata» ha detto Park, che nasconde il suo nome per paura di vendette nei confronti dei suoi parenti e amici rimasti in Corea del Nord. Secondo Park, Kim Jong Un era infastidito dalle lamentele dalla sua consanguinea per l'uccisione di Jang Song Thaek, il marito, che era stato il numero due del regime sotto Kim Jong Il - il padre di Jong Un - e che il giovane leader ha fatto far fuori a dicembre 2013.

Varie speculazioni
Sulla sorte della zia di Kim Jong Un c'erano state diverse speculazioni dopo l'esecuzione del marito. Qualcuno sostiene che abbia avuto un infarto, altri che si sia suicidata, o ancora c'è chi sostiene che è in stato vegetativo dopo un'operazione per rimuovere un tumore al cervello. A febbraio l'intelligence sudcoreana ha sostenuto di ritenerla ancora viva.

Incertezza su Pyongyang
Le dichiarazioni di Park arrivano in un momento in cui c'è molta incertezza su quanto stia accadendo a Pyongyang. Sabato Kim Jong Un ha personalmente assistito al lancio di prova di un missile da sottomarino. Regolarmente il regime nordcoreano incrementa queste iniziative nei momenti di maggiore incertezza interna. Secondo l'intelligence sudcoreana, recentemente il leader ha fatto giustiziare 15 esponenti del regime, compresi alcuni musicisti che avevano suonato con la moglie, un'ex cantante.

Il diritto a far fuori gli oppositori
Tuttavia nei giorni scorsi il regime ha fatto una mossa a sorpresa: ha chiamato a Pyongyang un giornalista della Cnn a sorpresa e l'ha fatto parlare con Park Yong Chol, il vicedirettore dell'Istituto di ricerca sulla riunificazione nazionale, il quale a nome del regime che ha parlato di «bugie in malafede», ma ha anche rivendicato per il regime il diritto di far fuori gli oppositori: «E' normalissimo per tutti i paesi perseguire gli elementi ostili, punirli e giustiziarli».

Lo scontro con Jang
Secondo il fuoriuscito signor Park, all'origine dei veleni a Pyongyang c'è proprio la vicenda di Jang, uomo estremamente vicino anche alla vita più privata del padre di Kim Jong Un. Nell'idea di Jong Il, Jang avrebbe dovuto fare - sostiene Park - da nume tutelare del figlio. «Ma dopo un anno e mezzo, Kim Jong Un voleva costruire il resort sciistico di Masikryong e il Parco acquatico di Munsu, basandosi sulla sua esperienza in Svizzera. All'inizio Jang Song Thaek era d'accordo...ma suggeriva di ricostruire prima l'economia. E' così che è iniziato lo scontro», afferma il fuoriuscito. Allora - continua il racconto - Jang è stato arrestato, processato e giustiziato in meno di una settimana. La sua esecuzione non è stata pubblica, ma in una stanza segreta sotterranea. Dopo di lui 30 degli uomini vicini al suo circolo e a quello della moglie sono stati uccisi da plotoni d'esecuzione pubblicamente, usando mitragliatori pesanti. Kim Jong Un, sempre secondo il fuoriuscito, avrebbe in seguito definito lo zio una «canaglia» che voleva rovesciarlo. Il signor Park afferma di aver lavorato a stretto contatto di Jang e quindi dice di poter affermare che è falso.