Shinzo Abe e una «donna di conforto» davanti al Congresso
Il tema delle «donne di conforto» è ancora una ferita aperta per il Giappone. Storica, la presenza di una di loro durante il discorso del premier nipponico Abe davanti al Congresso americano.Abe, che è in visita negli Stati Uniti, proprio ieri affrontando in una conferenza stampa alla Casa Bianca con il presidente Obama uno dei temi più delicati nei rapporti con i vicini del Giappone.
WASHINGTON (askanews) - La coreana Lee Yong-Soo, una ex «donna di conforto» - termine che indica le schiave sessuali costrette a seguire l'Armata imperiale nipponica durante l'ultima guerra - è stata invitata dal parlamentare americano Mike Honda ad assistere al discorso che il Primo ministro giapponese Shinzo Abe pronuncerà nel pomeriggio davanti al Congresso americano. Lo ha annunciato la Coalizione di Washington per le donne di conforto. «Nonna Lee è stata invitata da Mike Honda ad assistere alla seduta congiunta del Congresso oggi. Honda parteciperà ad una manifestazione che si terràq uesta mattina e poi la accompagnerà alla Camera dei Rappresentanti», ha dichiarato Sami Lauri, vice presidente della Coalizione.
Uno dei temi più delicati per i giapponesi
Abe, che è in visita negli Stati Uniti, proprio ieri affrontando in una conferenza stampa alla Casa Bianca con il presidente Obama uno dei temi più delicati nei rapporti con i vicini del Giappone, si era detto «profondamente scosso» dalla sorte di queste donne «che hanno subito delle sofferenze incommensurabili come vittime del traffico di esseri umani».
Una ferita aperta nei rapporti con i vicini
Il termine «donne di conforto» è un eufemismo usato per definire le schiave sessuali - per lo più donne coreane, cinesi, filippine - che furono costrette a seguire l'Armata imperiale nipponica durante la guerra e che, in alcuni casi, continuano a chiedere giustizia. La questione è una ferita aperta nei rapporti coi vicini, in particolare con la Corea del Sud e con la Cina. Abe, accusato dai critici di essere un nazionalista, ha assicurato di provare sentimenti «non differenti» da quelli dei suoi predecessori e che il Giappone ha fatto tutto il possibile per dare assistenza alle donne. «Il Giappone ha già preso diverse iniziative per fornire aiuti reali alle 'donne di conforto'», aveva ricordato ancora ieri Abe. «Ho promesso all'Assemblea generale dell'Onu l'anno scorso che il Giappone si metterà alla guida della lotta per eliminare la violenza sessuale nei conflitti», aveva aggiunto. Il Giappone ha destinato alla causa 12 milioni di dollari nel 2014 e dovrebbe spenderne 22 milioni nel 2015, sempre secondo il premier di Tokyo. Secondo le accuse, nel sistema di schiavitù sessuale delle forze giapponesi furono coinvolte fino a 200.000 donne.
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