31 luglio 2025
Aggiornato 20:00
Iniziative in varie capitali per Giornata mondiale per il Darfur

Darfur: non rimandiamo la pace

In occasione della Giornata mondiale per il Darfur, attivisti di varie ong hanno manifestato in molte capitali per scongiurare il mancato rinnovo della missione di pace Unamid dell'Onu, dispiegata nel 2008 per proteggere le vittime del Darfur. Sostegno all'iniziativa giunto anche da Mattarella, Boldrini e Grasso.

DARFUR (askanews) - Gli attivisti della coalizione di organizzazioni internazionali che da 11 anni promuove il 'Global day for Darfur', tra cui Amnesty Internationnal, Save Darfur Coalition, Human Right Watch e, per il nostro Paese, Italians for Darfur, hanno animato oggi una mobilitazione mondiale, da Washington a Parigi, da Atene a Sidney, per fare pressione sulle Nazioni Unite al fine di scongiurare il mancato rinnovo della missione di pace Unamid, dispiegata dal 2008 in Sudan per proteggere la popolazione del Darfur coinvolta in un conflitto iniziato nel 2003 e che ha causato oltre 300mila vittime, e che potrebbe essere a breve ridimensionata se non addirittura sospesa. Alla presidente dell'associazione hanno inviato messaggi di saluto e sostegno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Senato Piero Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini.

A dodici anni dall'inizio del conflitto, 300mila morti e 2 milioni di sfollati
Con i volontari di 'Italians for Darfur Onlus', che dal 2006 porta avanti la campagna umanitaria per il Darfur, i rifugiati sudanesi in Italia che con le loro testimonianze hanno raccontato di traversate della speranza, di fughe attraverso l'Egitto e la Libia e dei compagni perduti in mare. «A distanza di dodici anni dall'inizio del conflitto in Darfur che ha lasciato sul campo 300mila morti e oltre due milioni di sfollati, la crisi nella regione registra nuovi picchi di violenze e continui episodi di stupro», ha ricordato Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur. «Abbiamo raccontato solo pochi mesi fa dell'episodio più raccapricciante, un assalto di una guarnigione militare sudanese a Tabit, un villaggio a 45 chilometri da al-Fasher, capitale del nord Darfur, dove sono state stuprate nel giro di 48 ore 221 tra donne, adolescenti e bambine di soli 12 anni», ha ricordato la presidente dell'associazione.

La solidarietà di Mattarella
Sostegno è arrivato anche dal Quirinale e dal Parlamento. "L'Italia è profondamente convinta dell'importanza di un reale dialogo nazionale, inclusivo e sincero, che permetta di porre fine alle violenze registratesi nel Darfur». E' quanto si legge in un messaggio inviato dall'Ufficio per gli Affari diplomatici del segretariato generale della presidenza della Repubblica in occasione della celebrazione della Giornata mondiale per il Darfur - promossa da Italians for Darfur - che ha luogo oggi a Roma. «La fine delle violenze, il rispetto dei diritti umani, la tutela delle popolazioni, soprattutto quelle più deboli e fragili, sono requisiti indispensabili per lo sviluppo sociale ed economico, le vere armi atte a sconfiggere il terrorismo e il fondamentalismo che trovano fertile terreno nell'emarginazione e nell'assenza di valori», si aggiunge. 

Sostegno da Boldrini e Grasso
«Auspico anch'io, insieme a voi, che dalle istituzioni internazionali venga fatto ogni sforzo per ristabilire la pace nell'area e garantire il rispetto dei diritti umani", ha scritto invece la presidente della Camera, Laura Boldrini. «Senza interventi di questo tipo», ha aggiunto la presidente della Camera, «sarà illusoria ogni pretesa di porre un argine alle migrazioni forzate e alle tragedie che ogni giorno le accompagnano nel deserto e nel mare». Il presidente del Senato Grasso ha infine affermato: «In occasione del Global day for Darfur desidero rinnovare anche quest'anno il mio più vivo apprezzamento per l'attività svolta con costanza e determinazione da Italians for Darfur».  «L'immane tragedia che da più di dieci anni si consuma in questa regione del Sudan - ha sottolineato Grasso - non è più tollerabile e richiede a gran voce l'intervento di tutte le nazioni. E' nostro dovere aiutare coloro che lasciano il proprio paese non per scelta ma costretti dalla guerra e dalla fame, trovandosi poi ad affrontare condizioni di vita durissime e talvolta disumane»«Solo se la comunità internazionale sarà unita nell'affrontare il problema, solo se sarà forte e credibile nella condivisione delle responsabilità, riusciremo a porre fine a queste tragedie garantendo anche in quei luoghi il rispetto dei principi di civiltà che costituiscono il fondamento di tutta la comunità internazionale. augurando pieno successo all'iniziativa, invio a lei e a tutti i membri dell'associazione i miei più cordiali saluti», ha concluso il presidente del Senato nel suo messaggio.