L'ex contabile di Auschwitz si riconosce colpevole
Oskar Groening, 93 anni, accusato di complicità in sterminio, è da stamane sotto processo in Germania. L'ex ufficiale Ss si è riconosciuto come colpevole moralmente, perché ha ammesso pubblicamente di essere stato a conoscenza delle camere a gas e ha chiesto perdono. Esortando la giuria a decidere sulla sua colpevolezza legale.
LUNEBURG (askanews) - Si è aperto questa mattina a Luneburg, vicino ad Amburgo in Germania, il processo a Oskar Groening, 93 anni, ex ufficiale delle Ss ad Auschwitz, accusato di complicità nello sterminio di circa 300.000 ebrei ungheresi nelle camere a gas. L'uomo, soprannominato il contabile di Auschwitz, rischia tra i 3 e i 15 anni di carcere. Al processo, che dovrebbe durare fino al 29 luglio, parteciperanno 55 parti civili, essenzialmente sopravvissuti o familiari delle vittime.
Sapevo e chiedo perdono
L'ex ufficiale delle Ss, Oskar Groening, conosciuto come il «contabile» di Auschwitz, ha riconosciuto nel corso del processo a suo carico che si è aperto oggi vicino ad Amburgo, di essere «colpevole moralmente» per lo sterminio nei lager nazisti e ha chiesto «perdono». «Per quanto mi riguarda non vi è alcun dubbio che io condivida questa responsabilità», ha detto il 93enne ai giudici, riconoscendo che era consapevole che gli ebrei venissero uccisi nelle camere a gas. «Vi chiedo perdono», ha detto pubblicamente, davanti ad alcuni sopravvissuti dei campi di sterminio. «Ora dovete decidere della mia colpevolezza legale».
Contabilizzava il denaro dei prigionieri
Oskar Groening, 93 anni, sarà uno degli ultimi nazisti ad essere giudicati in Germania per il suo ruolo svolto in qualità di «contabile di Auschwitz», servizio prestato dal 16 maggio 1944 all'11 luglio 1944. Durante questo periodo vennero deportate circa 425.000 persone nel famigerato campo di sterminio nazista, di cui almeno 300.000 sono morti nelle camere a gas. Allora membro delle SS, Groening era incaricato di contabilizzare il denaro ritrovato nelle valigie dei prigionieri e di trasferirlo alle autorità naziste a Berlino. Secondo l'accusa, l'imputato era assolutamente a conoscenza del fatto che i prigionieri «non abili» venissero «assassinati nelle camere a gas di Auschwitz».
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