23 maggio 2025
Aggiornato 00:00
Il G7 ribadisce opportunità di soluzione politica

Non faremo la guerra in Libia

I Ministri riuniti a Lubecca si dicono convinti della necessità di perseguire la soluzione politica, e non militare in Libia. I leader del G7 chiedono un cessate il fuoco immediato e incondizionato e un rapido accordo su un governo di unità nazionale. Possibili sanzioni a chi ostacola il dialogo politico.

LUBECCA (askanews) - La crisi in Libia rappresenta «una seria sfida alla pace internazionale e alla sicurezza» e per questo i ministri degli Esteri del G7 chiedono «un cessate il fuoco immediato e incondizionato" e un "rapido accordo su un governo di unità nazionale». E' quanto si legge nel comunicato finale del vertice del G7 a Lubecca.

G7: nessuna soluzione militare, solo politica
«Siamo convinti che non ci può essere nessuna soluzione militare del conflitto. Solo una soluzione politica attraverso un processo inclusivo può fornire una via sostenibile alla pace e alla stabilità», aggiungono i ministri degli Esteri, che si dicono «pronti a usare la risoluzione Onu 2213 per sanzionare coloro che ostacolano il processo di dialogo politico»«L'urgenza della minaccia terroristica esige che i negoziati delle Nazioni Unite raggiungano una soluzione per attivare una campagna nazionale antiterrorismo libica contro l'Isis e altri gruppi terroristici designati dall'Onu», si legge ancora nel comunicato.

Gentiloni in prima linea sulla Libia
Già nelle scorse ore il Ministro degli Esteri Gentiloni aveva annunciato che «L'Italia anche qui al G7» di Lubecca «credo che abbia il compito e il dovere» di sensibilizzare sulla crisi libica: «bisogna moltiplicare gli sforzi per stabilizzare il Paese e moltiplicare l'impegno dell'Ue sull'emergenza immigrazione». «Ci sono questi due obiettivi: il primo è stabilizzare la Libia» e questo «riguarda tutti»; «il secondo è che l'Ue può e deve fare di più», ha aggiunto il titolare della Farnesina. La sensibilità del G7 sulla crisi libica «nel corso dei mesi è cresciuta», ha sottolineato Gentiloni. «Abbiamo avuto alcuni mesi in cui la comunità internazionale era molto concentrata sui confini a Nord-Est. Direi che da qualche mese la percezione che il Mediterraneo, l'Africa, i problemi che abbiamo nel nostro mare è centrale nel bene e nel male, però l'Europa non può fare finta che il suo confine meridionale non sia oggi in cima all'agenda», ha concluso il ministro.