29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Elezioni in Giappone

I sommersi e i salvati dal voto giapponese

Il principale sconfitto nelle urne è stato il leader del Partito democratico Banri Kaieda, che ha immediatamente annunciato le sue dimissioni. Invece tra i salvati dalle urne ci sono due donne che hanno fatto molto discutere nei mesi scorsi.

TOKYO - Il voto anticipato giapponese, ampiamente vinto dal Partito liberaldemocratico del primo ministro Shinzo Abe, ha segnato una serie di vittorie e bocciature di candidati eccellenti, qualche volta a sorpresa.

Il principale sconfitto nelle urne è stato il leader del Partito democratico Banri Kaieda, che ha immediatamente annunciato le sue dimissioni. «Ho deciso di dimettermi come leader del Partito democratico quando è stato confermato che ho perso il mio seggio, prima dell'alba oggi», ha detto l'esponente politico. Il suo partito, in realtà, ha avuto un incremento da 62 a 73 seggi, ma questo non è bastato a farlo eleggere né a dare respiro a un partito d'opposizione respinto ai margini.

Invece tra i salvati dalle urne ci sono due donne che hanno fatto molto discutere nei mesi scorsi. L'ex ministro del Commercio Yuko Obuchi e l'ex ministro della Giustizia Midori Matsushima, entrambe costrette alle dimissioni per scandali del finanziamento alle loro campagne elettorali del 2012, sono state confermate parlamentari nei rispettivi colleghi.

Per il rotto della cuffia ce l'ha fatto anche Shinjiro Koizumi, figlio dell'ex primo ministro Junichiro Koizumi, che ha vinto per un pugno di voti nel collegio di Kanagawa.

Invece, tra gli sconfitti, c'è il vulcanico ex sindaco di Tokyo Shintaro Ishihara, che si presentava questa volta con il Partito della nuova generazione, ha perso male: probabilmente gli elettori hanno visto la contraddizione tra il nome del partito e l'età anagrafica del candidato (82 anni).

Il voto poi ha segnato il ritorno sulla scena politica dell'ex primo ministro Naoto Kan, caduto in disgrazia dopo la vicenda dello tsunami e della crisi nucleare di Fukushima. L'ex leader democratico, diventato portabandiera anti-nuclearista, ha perso nel suo collegio, ma è stato recuperato come ultimo eletto nella quota proporzionale.