Putin alla prova del consenso
Domenica i russi andranno alle urne. Elezioni locali, ma nei centri nevralgici della nazione, e non prive di polemiche. Tra gli altri si sceglie il governatore di San Pietroburgo, città natale di Vladimir Putin e di gran parte dell'élite al potere. Si tratta di un check-up del consenso interno, all'ombra della crisi in Ucraina.
MOSCA - Una specie di confuso check up del consenso interno, all'ombra della crisi ucraina, degli strappi con l'Ovest e di un rapporto sempre più stridente tra Mosca e l'Europa. Si va a votare domenica in Russia. Elezioni locali, ma nei centri nevralgici della nazione, non prive di polemiche. Tra gli altri si sceglie il governatore di San Pietroburgo, città natale di Vladimir Putin e di gran parte dell'élite al potere, e anche i deputati per la Duma di Mosca, che non è la camera bassa del Parlamento ma l'assemblea cittadina. Comunque importante e decisiva, visto che la capitale raccoglie ufficialmente 12 milioni di abitanti (oltre 20 mln effettivi), da sola rappresenta circa il 22% del PIL russo e il suo prodotto regionale lordo già nel 2012 aveva ampiamente superato i 350 miliardi di dollari.
SI VOTA IN 84 REGIONI RUSSE - In sostanza si vota in 84 regioni della Russia. Si scelgono i leader locali di 30 soggetti della Federazione Russa e i membri degli organi legislativi in 14 soggetti. Nella maggior parte delle regioni si terranno le elezioni comunali. E si vota in Inguscezia, una delle repubbliche caucasiche più a rischio terrorismo. La novità è il ritorno del voto anticipato. Lo stesso Putin lo ha esercitato ieri, per la Duma di Mosca, venendo accusato però da Mikhail Petrov - membro della commissione elettorale - di avere violato la legge. Accuse subito smentite dalla stessa commissione, che ha detto che Putin era andato a votare nel posto giusto, ossia il seggio dell'Accademia delle Scienze. La confusione è comunque tanta.
VOTO ANTICIPATO: E' CAOS - Va notato che il voto in anticipo era stato vietato nel 2009, dopo le accuse dei tre partiti di opposizione alla Duma (il Partito Comunista, il Partito Liberal Democratico e Russia Giusta) proprio per le frodi massicce alle regionali. Ma era stato reintrodotto per compensare la bassa affluenza in occasione delle consultazioni locali. Le nuove modalità di voto contribuiscono comunque a un certo caos. Se per ora, nel complesso, l'affluenza non desta particolari preoccupazioni e si colloca intorno all'1,24% dell'elettorato totale, la stessa commissione elettorale ha definito strano che a San Pietroburgo l'affluenza alle urne nelle elezioni del governatore e comunali si avvicina già al 5%. Si noti che nelle elezioni cittadine precedenti, nel 2003, si è vista la partecipazione di poco più del 20% dei pietroburghesi. L'opposizione lamenta inoltre un uso massiccio del voto anticipato nella regione di Samara e in Tatarstan.
CINQUE CANDIDATI PER LA CAPITALE DEGLI ZAR: Insomma molte e diverse le polemiche, benché l'attenzione sembri focalizzarsi più su quello che succede all'esterno della Russia, tra crisi ucraina e nuove sanzioni Ue, piuttosto che sul voto, che assegnerà poltrone importanti. A partire dalla carica di governatore della capitale degli zar: non è di poco conto e ovviamente non ha un valore secondario per il Cremlino. Cinque i candidati: il governatore ad interim Georgy Poltavchenko, nominato dal partito di governo Russia Unita, Irina Ivanova del Partito Comunista, Kostantin Sukhenko per il Partito Liberal Democratico di Vladimir Zhirinovskij, Andrei Petrov per i nazionalisti di Madrepatria e il "verde" Tahir Bikbaev. Sulla carta, per Poltavchenko è vittoria scontata.
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