27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Missione ISAF

Gli Stati Uniti torneranno a parlare con i talebani afgani

Secondo il Washington Post, l'amministrazione Obama ha deciso di tornare al tavolo delle trattative nel tentativo di riportare a casa Bowe Bergdahl, che risulta essere l'unico soldato americano detenuto in Afghanistan, catturato nel 2009, in cambio di cinque prigionieri afgani del carcere di Guantanamo

NEW YORK - Gli Stati Uniti torneranno a parlare con i talebani afgani per un possibile scambio di prigionieri. Secondo il Washington Post, l'amministrazione Obama ha deciso di tornare al tavolo delle trattative nel tentativo di riportare a casa Bowe Bergdahl, che risulta essere l'unico soldato americano detenuto in Afghanistan, catturato nel 2009, in cambio di cinque prigionieri afgani del carcere di Guantanamo.

Rivogliamo a casa Bowe Bergdahl - Il quotidiano della capitale riporta che funzionari di Casa Bianca, Pentagono, dipartimento di Stato e altre agenzie hanno deciso nei mesi passati il via libera alla liberazione contemporanea dei cinque detenuti, non ancora formalizzata, dopo la richiesta presentata dai talebani lo scorso anno, subito respinta dall'amministrazione, non intenzionata - all'epoca - a negoziare con i terroristi. Un mese fa, le autorità statunitensi hanno confermato di aver ricevuto un video che mostra il soldato, 27 anni, in un precario stato di salute. Il possibile negoziato, hanno riportato le fonti, non riguarderebbe altre questioni legate all'Afghanistan. «E' passato troppo tempo, lo rivogliamo indietro. Non abbiamo mai smesso di cercare di portarlo a casa. Non è mai uscito dai nostri pensieri» ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby. Le autorità statunitensi hanno escluso una missione di salvataggio: l'unica possibile soluzione è un accordo con i talebani.

Pakistan: nessun negoziato con talebani senza cessate il fuoco - I mediatori del governo pachistano hanno avvertito di non voler riprendere le trattative di pace con i rappresentanti della ribellione talebane finché le milizie non avranno annunciato un cessate il fuoco.
I negoziati erano stati sospesi lunedì dopo che i talebani avevano annunciato di aver ucciso 23 membri delle formazioni paramilitari, massacro condannato dal governo del premier pachistano Nawaz Sharif.
Secondo fonti talebane la guerriglia sarebbe tuttavia disposta a discutere una tregua e stando a uno dei negoziatori, Muhammad Ibrahim, un cessate il fuoco «non sarebbe difficile» da imporre, nonostante secondo molti analisti il fronte talebano sia troppo disgregato perché il comando centrale possa imporre la sua volontà.