26 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Processo per evasione fiscale

La casa in Toscana inguaia l'eurocommissario De Gucht

Secondo vari quotidiani belgi, i tentativi di soluzione bonaria con le autorità fiscali non sono andati a buon fine, e così il 15 novembre prossimo l'esponente liberale fiammingo finirà davanti al tribunale di Gand. Secondo vari quotidiani locali, il fisco pretenderebbe ben 900.000 euro dall'eurocommissario e dalla sua appariscente moglie

ROMA - La compravendita di una casa in Toscana sta trascinando il Commissario europeo al Commercio, il belga Karel de Gucht, in un processo per evasione fiscale che crea non poco imbarazzo anche all'esecutivo comunitario. Secondo vari quotidiani belgi, i tentativi di soluzione bonaria con le autorità fiscali non sono andati a buon fine, e così il 15 novembre prossimo l'esponente liberale fiammingo finirà davanti al tribunale di Gand. Secondo vari quotidiani locali, il fisco pretenderebbe ben 900.000 euro dall'eurocommissario e dalla sua appariscente moglie.

Alla base del contenzioso vi sono delle transazioni che il fisco belga ritiene effettuate nel 2005, e che partono dall'acquisto di una casa in Toscana. Il pagamento di questo immobile da parte dei De Gucht ha evidenziato una sottostante vendita di azioni della società di assicurazioni belga Vista al gruppo britannico Hill & Amp. Il fisco belga accusa de Gucht, già ministro degli Esteri dal 2004 al 2009, di aver nascosto una plusvalenza da 1,2 milioni ottenuta tramite la vendita di queste azioni.

L'avvocato dell'eurocommissario ha respinto queste accuso come come «scandalose». E ha aggiunto che la plusvalenza in questione è stata realizzata nel 2001, quando era esentata da imposte.

Il problema è che il politico belga non è nuovo a problemi sulle sue operazioni finanziarie. Era stato già accusato di insider trading per la vendita di azioni di Fortis, effettuate appena prima che il gruppo in dissesto fosse oggetto di uno spezzatino con cessioni forzose. Ma poi era stato prosciolto dal tutto nel 2009. All'epoca aveva insinuato di essere bersaglio di accanimenti del fisco per ragioni politiche. Anche se meno mediatico e meno noto al grande pubblico rispetto ad altri esponenti chiave della Commissione, De Gucht ha però un ruolo molto rilevante dato che dirige i delicati negoziati per un accordo di libero scambio con gli Usa.

La sua vicenda ha creato una situazione imbarazzante anche per la Commissione europea. Sia per i fatti in sé, sia per l'apparente difformità di trattamento che gli è stata riservata, in senso più favorevole rispetto a quanto avvenuto nell'ottobre del 2012 con il maltese John Dalli. L'allora commissario alla Salute si è dimesso a seguito del suo coinvolgimento in una indagine dell'Olaf, l'ufficio antifrode dell'Ue. Ma poi aveva clamorosamente accusato la Commissione di averlo costretto ingiustamente alle dimissioni, circostanza negata dall'istituzione Ue.

Insomma la vicenda De Gucht ha rievocato un episodio non proprio gradito a Bruxelles. La Commissione ha escluso di chiedergli le dimissioni al titolare del Commercio, affermando che la vicenda in questione è «privata», che oggi de Gucht ha rassicurato il presidente Jose Manuel Barroso di non aver commesso malversazioni e che bisogna rispettare il principio di presunzione di innocenza. Su questo apparente «due pesi e due misure» rispetto al caso Dalli, oggi nella conferenza stampa di metà giornata la portavoce della Commissione Pia Ahrenkilde Hansen è stata bombardata di domande. Ha però fatto notare che le accuse rivolte a De Gucht, a differenza di quelle su Dalli (invischiato in sospetti favoritismi verso una azienda in vista della sua direttiva sul tabacco) sono del tutto slegate dalla sua attività di eurocommissario.