27 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Esteri | Israele

Il Santo Sepolcro rischia la chiusura

A causa di un contenzioso con un'azienda idrica israeliana per bollette non saldate. Stando a quanto riportato dalla stampa israeliana, la società Hagihon vanta un credito di oltre 9 milioni di sheqel (2,1 milioni di dollari)

GERUSALEMME - La chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme rischia di chiudere a causa di un contenzioso con un'azienda idrica israeliana per bollette non saldate. Stando a quanto riportato dalla stampa israeliana, la società Hagihon vanta un credito di oltre 9 milioni di sheqel (2,1 milioni di dollari). In segno di protesta, il Patriarcato della chiesa greco-ortodossa, custode del luogo più sacro della cristianità, ha minacciato di chiuderlo. Oltre che dal Patriarcato ortodosso, il Santo Sepolcro viene custodito anche dal Patriarcato armeno e dai custodi francescani della chiesa di Roma.

La Chiesa greco-ortodossa sostiene che il Santo Sepolcro sarebbe sempre stato esentato dal pagamento delle bollette, ma l'azienda israeliana ha invece sollecitato il pagamento di 15 anni di arretrati, bloccando di fatto i conti correnti della Chiesa e lasciandola nell'impossibilità di pagare gli altri conti.
«Il Patriarca ortodosso Teofilo III ha discusso delle misure da prendere in segno di protesta contro le iniziative israeliane contro la chiesa - ha detto alla France presse Dimitri Diliani, presidente della Coalizione nazionale cristiana della Terra santa - si sta consultando con i leader religiosi per adottare la misura drastica di chiudere il Santo Sepolcro». Secondo il quotidiano Maariv, la chiesa ortodossa ha scritto al premier Benjamin Netanyahu e al Presidente Shimon Peres per protestare.