19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Elezioni | Presidenziali USA 2012

Obama e i «consigli» della Casa Bianca ai giornalisti

Secondo Keith Koffler lo staff del presidente approfitta delle interviste con le televisioni locali per comportarsi come difficilmente potrebbe fare con i cronisti alla Casa Bianca, che - sottolinea Koffler - Obama ignora da mesi. Ovvero scegliendo le domande da rivolgere al presidente

NEW YORK - La Casa Bianca dice ai giornalisti cosa chiedere a Barack Obama. Secondo Keith Koffler, noto giornalista politico che ha creato un blog che si occupa di ciò che avviene al 1600 di Pennsylvania Avenue, lo staff del presidente approfitta delle interviste con le televisioni locali per comportarsi come difficilmente potrebbe fare con i cronisti alla Casa Bianca, che - sottolinea Koffler - Obama ignora da mesi. Ovvero scegliendo le domande da rivolgere al presidente.

Nelle interviste con tre emittenti locali in programma ieri - di cui due che trasmettono in Stati 'in bilico', decisivi per le elezioni del 6 novembre - Obama ha parlato a lungo dei pericoli per il Paese se il Congresso non dovesse trovare un accordo sul budget, causando tagli alla spesa automatici ('sequestration'). Un argomento - sottolinea Koffler su White House Dossier - che gli ha permesso di ripetere una delle sue accuse preferite: i repubblicani provocheranno un grosso danno all'economia e all'occupazione per proteggere i ricchi dall'aumento delle tasse.

Ieri, Obama «ha lanciato un osso» ai cronisti politici alla Casa Bianca - è stato l'attacco di Koffler al presidente - presentandosi a sorpresa in sala stampa, dove è rimasto per 22 minuti rispondendo alle domande di quattro giornalisti. Si è trattato della sua prima conferenza stampa - anche se in formato ridotto - alla Casa Bianca da marzo, e soltanto la seconda dell'anno. Prima di lunedì, aveva risposto soltanto a una domanda rilevante posta dai reporter a Washington dal mese di giugno. (segue)

Non è certo solo un pettegolezzo quello che racconta di un rapporto sempre più difficile tra Obama e i giornalisti politici, che rimproverano al presidente la sua 'soft-media strategy' che da oltre due mesi lo porta a concedersi per interviste leggere a magazine o programmi televisivi d'intrattenimento, evitando le loro domande. Altra cosa è il rapporto con i media locali, cui rilascia interviste in maniera più regolare.

Il pericolo per l'economia americana, è l'allarme lanciato da molti, è lo stallo sul budget: se non si dovesse sbloccare entro la fine dell'anno, ci sarebbero tagli alla spesa e aumenti delle tasse, il cosiddetto 'fiscal cliff'. Da rinfacciare, secondo Obama, esclusivamente ai repubblicani. Accusa che ha voluto ribadire anche nelle interviste con le piccole emittenti. Le tv locali che hanno intervistato Obama trasmettono in due Stati in bilico, Virginia e Florida; l'altra in California, feudo democratico. I giornalisti, comunque, non hanno nascosto l'accordo. «Il presidente mi ha invitato a parlare dei tagli automatici» ha dichiarato al pubblico la giornalista di NBC 7 San Diego, prima di fargli la domanda. La collega di Fcn Jacksonville ha invece chiesto inizialmente scusa per aver deciso di iniziare con un'altra domanda: «Signor presidente, so che ci è stato chiesto di parlare dei tagli automatici» ha detto, rivolgendogli poi un'altra domanda. Alla fine, ha introdotto l'argomento atteso da Obama: «Ora parliamo un po' dei tagli automatici alla spesa, perché so che è per questo che siamo stati invitati qui». Il presidente ha poi attaccato duramente i repubblicani sulle tasse e i favori ai ricchi su Wvec Norfolk, tv della Virginia.

Nei pochi minuti - meno di dieci - che Obama ha dedicato a ogni emittente, conclude Koffler, i giornalisti hanno potuto rivolgere altre domande. Ma il presidente ha parlato così a lungo del suo «argomento preferito»em> che il tempo a disposizione per domande «libere» è stato davvero breve.