Il Financial Times denuncia le prime crepe tra i 26 sul patto fiscale
Dubbi in Svezia, Ungheria, Danimarca e Repubblica Ceca. Alcuni funzionari di questi Paesi hanno chiesto maggiore chiarezza soprattutto sui futuri poteri di controllo di Bruxelles sui bilanci nazionali
LONDRA - L'auspicio franco-tedesco di una rapida approvazione del nuovo Patto fiscale europeo si scontra oggi con le perplessità espresse da diversi leader europei sulla possibilità di avere il via libera sul trattato dai rispettivi Parlamenti. E' quanto scrive oggi il Financial Times in prima pagina, precisando che almeno quattro Paesi fuori della zona euro hanno fatto sapere che decideranno di sottoscrivere il Patto o di seguire la linea di Londra soltanto una volta conosciuto il testo legale. Si tratta di Ungheria, Svezia, Danimarca e Repubblica Ceca.
Alcuni funzionari di questi Paesi hanno chiesto maggiore chiarezza soprattutto sui futuri poteri di controllo di Bruxelles sui bilanci nazionali, nel tentativo di capire se saranno vincolanti solo per i governi dell'Eurozona o per tutti i firmatari del nuovo Patto. «Al momento non c'è altro che una pagina bianca e anche il nome del futuro trattato potrebbe ancora cambiare - ha detto il premier della Repubblica Ceca, Petr Necas - credo sia poco lungimirante dichiarare oggi che firmeremo quel pezzo di carta».
Ma anche dentro la zona Euro, sottolinea il Ft, stanno emergendo divergenze, con i leader dell'opposizione irlandese che chiedono di tenere un referendum sul nuovo trattato e l'opposizione europeista olandese che critica la gestione della questione da parte del premier Mark Rutte. «Abbiamo bisogno di maggiore chiarezza sui contenuti di questo trattato - ha ammesso un funzionario a Bruxelles - ci sono troppe domande senza risposta».
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