ETA, imminente l'annuncio di uno scioglimento definitivo
Mezzo secolo di terrorismo, i negoziati, ora forse la «fine». Alla conferenza che si svolge nella città di San Sebastian, parteciperanno anche numerosi politici locali, fra questi anche rappresentanti baschi del partito socialista spagnolo e radicali nazionalisti baschi
SAN SEBASTIAN - Questa settimana l'Eta potrebbe mettere la parola «fine» a quattro decenni di violenza. Oggi si apre nei Paesi Baschi una conferenza sul separatismo basco, alla quale è attesa la partecipazione dell'ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, del presidente dello Sinn Fein, Gerry Adams e dell'ex capo di gabinetto di Tony Blair, Jonathan Powell.
A gennaio scorso il gruppo indipendentista basco - responsabile della morte di almeno 800 persone in oltre quarant'anni e considerato come un'organizzazione terroristica dall'Ue e dagli Usa - aveva già annunciato un cessate il fuoco permanente. Una dichiarazione accolta con scetticismo dal governo di Madrid, che esige invece il totale disarmo dell'organizzazione basca.
Alla conferenza, che si svolge nella città di San Sebastian, parteciperanno anche numerosi politici locali, fra questi anche rappresentanti baschi del partito socialista spagnolo e radicali nazionalisti baschi. Gli esponenti del partito conservatore spagnolo, il Pp, si sono rifiutati di partecipare.
Tra poco più di un mese si svolgeranno in Spagna le elezioni legislative alle quali è prevista una netta vittoria del Partito Popolare di Mariano Rajoy, da sempre fautore di una linea di estrema durezza nei confronti del separatismo basco.
San Sebastian, l’Eta chiede la fine delle violenze - L'Eta deve dichiarare pubblicamente «l'abbandono definitivo della violenza e chiedere un dialogo ai governi di Spagna e Francia». E' la richiesta avanzata nella risoluzione finale della Conferenza internazionale che si è tenuta oggi a San Sebastian, nei Paesi Baschi spagnoli, per cercare di assecondare i segnali sempre più insistenti di un possibile disarmo finale dell'organizzazione terroristica separatista basca che da oltre 40 anni insanguina la Spagna.
La risoluzione, letta dall'ex premier irlandese Bertie Ahern, chiede anche, se l'Eta accetterà queste richieste, che «i governi spagnolo e francese l'accolgano bene» e «accettino di intraprendere un dialogo». Infine, il testo chiede «che siano fatti passi importanti per avanzare verso la riconciliazione e riconoscere e assistere tutte le vittime, accordando loro compensazioni». Le conclusioni sono state redatte da un gruppo di personalità straniere (fra cui l'ex segretario generale dell'Onu Kofi Annan e il presidente del partito nazionalista nordirlandese Sinn Fein, Gerry Adams e l'ex capo di gabinetto di Tony Blair, Jonathan Powell), e da diversi esponenti politici locali dei Paesi Baschi: fra questi anche rappresentanti baschi del partito socialista spagnolo e radicali nazionalisti baschi. Gli esponenti del partito conservatore spagnolo, il Pp, si sono invece rifiutati di partecipare alla conferenza.
Secondo un responsabile del Partito nazionalista basco (Pnv, nazional-conservatore), l'Eta - fortemente indebolita negli ultimi anni da una fortissima pressione della polizia spagnola e francese che ha portato a decine di arresti - avrebbe già preso «una decisione» sull'abbandono definitivo della violenza e l'annuncio potrebbe arrivare in settimana. Un membro del governo di Madrid, il ministro della Presidenza Ramon Jauregui, ha giudicato «molto probabile» che la conferenza internazionale sia considerata dall'Eta come una «specie di copertura per un annuncio di questa natura».
La destra spagnola del Partido popular ha gridato allo scandalo, sostenendo che la conferenza mette sullo stesso piano terroristi e vittime, con l'ex premier José Maria Aznar che ha accusato un atteggiamento del genere come un «disastro morale». Di fatto, in passato sia Aznar che Zapatero cercarono di negoziare con l'Eta per porre fine alla lotta armata nei Paesi Baschi, senza ottenere risultati. Oggi, il governo socialista di José Luis Zapatero ha dichiarato in una nota di non voler compiere «valutazioni sulla celebrazione della Conferenza di San Sebastian o sul suo contenuto», e di non aver partecipato alla sua organizzazione e tenuta. «Il governo ribadisce che quel che deve fare il gruppo terrorista Eta è abbandonare definitivamente la violenza e null'altro». Il negoziato di Zapatero con l'Eta si era concluso tragicamente alla fine del 2006 con un attentato nell'aeroporto di Madrid costato la vita a due persone.
ETA, mezzo secolo di terrorismo
Dicembre 1983: il Ministero degli Interni spagnolo organizza i Gal, un gruppo clandestino paramilitare al quale vengono attribuiti nei quattro anni successivi 23 omicidi, tra cui quelli di 17 membri dell'Eta.
19 giugno 1987: attentato dinamitardo nel parcheggio del supermercato Hipercor di Barcellona: 21 le vittime, è il più sanguinoso della storia dell'organizzazione.
Gennaio 1989: l'Eta dichiara una tregua unilaterale in vista di negoziati di pace con il governo ad Algeri, poi falliti.
12 luglio 1997: sequestro e omicidio dell'assessore del Pp basco Miguel Angel Blanco; manifestazioni antiterroriste in tutto il Paese.
Settembre 1998: nuova tregua unilaterale, cessata dopo 14 mesi in seguito al fallimento delle trattative con il governo.
29 giugno 2002: entra in vigore la «legge sui partiti», che mette al bando Batasuna; la Corte Costituzionale ne confermerà la validità l'anno successivo. Nel 2004 sono circa 130 i presunti membri dell'organizzazione arrestati in varie operazioni congiunte con la polizia francese.
22 marzo 2006: l'Eta annuncia un cessate il fuoco permanente; il successivo 28 giugno il governo apre formalmente un negoziato di pace.
30 dicembre 2006: l'Eta viola la tregua con un attentato dinamitardo all'aeroporto madrileno di Barajas, costato la vita a due persone, e nel giugno del 2007 revoca ufficialmente il cessate il fuoco.
17 novembre 2008: arrestato in Francia uno dei responsabili dell'organizzazione, Garikoitz Aspiazu Rubina, «Txeroki»; poco tempo dopo vengono catturati i suoi successori, Aitzol Yarza e Jurdan Martitegi.
29 luglio 2009: attentato contro una «casa cuartel» della Guardia Civil a Burgos, 65 feriti; il giorno successivo, vigilia del cinquantenario dell'organizzazione, uccisi due agenti della Guardia Civil a Palmanova, sull'isola di Maiorca, a pochi chilometri dalla residenza estiva dei reali di Spagna.
10 gennaio 2010: l'organizzazione terroristica annuncia una tregua «permanente, generale e verificabile» dalla comunità internazionale.
17 ottobre 2011: si intensificano i segnali di indebolimento militare del gruppo, e la discussione intrapresa da numerosi prigionieri in carcere per una via d'uscita dalla lotta armata.
Una conferenza a San Sebastian, che riunisce personalità internazionali come l'ex segretario generale dell'Onu Kofi Annan e il presidente del partito nazionalista nordirlandese Sinn Fein, Gerry Adams, chiede all'Eta di «abbandonare definitivamente la violenza» e «chiedere un dialogo ai governi di Spagna e Francia».
Tutti i negoziati con l'ETA
Tutti i governi della democrazia spagnola hanno cercato di negoziare con l'organizzazione terroristica basca dell'Eta per ottenere la fine degli attentati ed una soluzione pacifica al conflitto nei Paesi Baschi.
Nel 1981 il governo centrista dell'Ucd riesce ad ottenere la scissione della cupola dell'Eta concedendo la possibilità di reinserimento sociale ai detenuti: la maggior parte dell'ala politica rinuncia alla lotta armata (i suoi membri confluiranno nel movimento di Euskadiko Ezquerra), mentre i dissidenti formano Eta Militar, attiva fino al giorno d'oggi.
Nel 1989 il governo socialista di Felipe Gonzalez organizza - dopo anni di contatti - una conferenza ad Algeri alla quale partecipano i dirigenti latitanti dell'Eta: i risultati dei negoziati non sono quelli sperati e l'Eta riprende gli attentati, motivo per cui l'esecutivo dà per terminato il dialogo.
Nel 1999 è il governo conservatore di José Maria Aznar a cercare un negoziato in un incontro svoltosi a Zurigo, dopo che l'Eta aveva dichiarato una tregua indefinita; anche in questo caso non si arriva ad alcun risultato.
Nel marzo del 2006 infine tocca ai socialisti di José Luis Rodriguez Zapatero cercare di rilanciare il dialogo, dopo a proclamazione di una tregua «generale» da parte dell'organizzazione terroristica: le trattative verranno sospese definitivamente dopo l'attentato all'aeroporto madrileno di Barajas, il 30 dicembre dello stesso anno, che provocherà la morte di due persone.
Da allora qualsiasi negoziato ufficiale si è interrotto e il governo di Zapatero ha operato una durissima stretta nella repressione, che grazie anche alla collaborazione con la Francia ha portato all'arresto di decine di membri del gruppo e al sequestro di tonnellate di esplosivi e armi. Fortemente indebolita, con un sostegno esplicito sempre più esiguo nella società civile basca, l'organizzazione ha cominciato una discussione interna per cercare una via d'uscita dalla lotta armata, auspicata soprattutto da molti membri detenuti.
- 13/11/2019 Spagna, pre-accordo per formare Governo tra il premier Sanchez e leader Podemos
- 11/11/2019 Risultati elezioni Spagna, Sanchez rischia: Psoe primo ma senza maggioranza, vola la destra di Vox
- 19/12/2018 Spagna, 10 milioni da Bruxelles per studiare l'influenza del Corano sulla cultura in Europa
- 20/11/2018 Anche la Spagna si blocca sulla legge di bilancio: il governo socialista pronto a "sciogliersi"