19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Almeno 10 combattenti uccisi negli scontri di Sirte

Libia: il Cnt conquista il porto di Sirte, Gheddafi: attendo il martirio

Il Rais: «Sono ancora qui, mente chi dice che sono fuggito». CNT: «Nuovo governo solo dopo la totale liberazione del Paese». NATO: «Il CNT controlla i depositi di armi chimiche del regime»

SIRTE - Muammar Gheddafi si trova «ancora» in territorio libico e vuole morirvi da «martire»: il rais si rivolge in un messaggio audio ai suoi sostenitori a Bani Walid, mentre nella sua città natale, Sirte, continua l'avanzata delle milizie del Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt), che hanno conquistato il porto dopo una notte di violenti combattimenti.
«Degli eroi hanno resistito e sono caduti martiri, anche noi attendiamo il martirio», ha dichiarato Gheddafi nel suo messaggio, trascritto sul sito della rete televisiva al-Libiya, allineata al deposto regime: «Attraverso il vostro jihad state per rivivere le imprese dei vostri antenati, sappiate che mi trovo sul campo come voi: mente chi dice che Gheddafi si trova in Venezuela o in Niger, sono in mezzo al mio popolo e i prossimi giorni riserveranno a questa cricca di servi una sorpresa», ha concluso il rais, di cui si sono perse le tracce.

Sul terreno, le milizie del Cnt hanno preso il controllo del porto di Sirte, ancora in gran parte occupata dalle forze lealiste: «Quando ci avvicineremo al centro della città vi saranno dei combattimenti strada per strada e stiamo preparandoci», hanno aggiunto le fonti; gli scontri per il controllo del porto, nella parte occidentale della città, erano scoppiati nella notte.
Infine, il Cnt non è disposto a processare di nuovo Abdelbaset al-Megrahi, unico condannato per la strage di Lockerbie: lo ha dichiarato il ministro ad interim della Giustizia libico, Mohammed al-Alagi, dopo che ieri la magistratura scozzese aveva chiesto la collaborazione delle autorità libiche nelle indagini sull'attentato, mettendo a disposizione eventuali prove documentali o testimonianze.
Secondo quanto affermato dall'ex ministro della Giustizia e presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, fu il leader libico Muammar Gheddafi ordinò di persona l'attentato di Lockerbie, costato la vita nel 1988 a 270 persone; il rais, per nascondere le proprie responsabilità, fece tutto il possibile per ottenere la liberazione di al-Megrahi, condannato nel 2001 all'ergastolo dalla giustizia scozzese come unico colpevole della strage.
Al Megrahi venne scarcerato nel 2009 per motivi umanitari (ammalato di tumore, gli erano stati dati pochi mesi di vita): la decisione della giustizia scozzese suscitò non poche polemiche, con Londra che venne accusata di avere accettato la liberazione dell'ex agente libico per non mettere a rischio le attività in Libia della British Petroleum.

CNT: «Nuovo governo solo dopo la totale liberazione del Paese» - Ennesimo rinvio per la formazione del nuovo governo di transizione libico: il Cnt (Consiglio nazionale di transizione) ha infatti deciso di aspettare fino alla liberazione totale del Paese per dare vita a un nuovo esecutivo. Lo ha annunciato uno dei responsabili. «Le consultazioni sono approdate alla decisione di rinviare la formazione del governo» finché il «Paese non sarà liberato» ha dichiarato Mustafa al Houni, membro del Cnt. Da giorni, le nuove autorità libiche cercavano inutilmente di superare i dissensi interni per formare il nuovo esecutivo.

NATO: «Il Cnt controlla i depositi di armi chimiche del regime» - Le nuove autorità libiche controllano i depositi di armi chimiche del regime di Muammar Gheddafi. Lo ha annunciato la Nato. «La Nato è soddisfatta di notare che il Cnt controlla ormai i centri che contengono le ultime scorte libiche di materiale chimico e legato al nucleare» ha dichiarato il colonnello Roland Lavoie, portavoce dell'operazione Unified Protector.
L'Alleanza atlantica si augura che «gli alleati e le organizzazioni internazionali collaborino con il Cnt» affinché le autorità libiche «comincino a preparare la distruzione» delle armi, ha aggiunto. Gli Stati Uniti avevano reso noto, alla fine di agosto, che continuavano a sorvegliare gli stock di armi chimiche, in particolare le decine di tonnellate di gas mostarda, nei depositi situati nel centro e nel sud della Libia.
Il regime di Muammar Gheddafi aveva aderito, nel 2004, all'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ma doveva ancora eliminare 11,25 tonnellate di gas mostarda, quando la ribellione è scoppiata. I 3.563 obici, missili e bombe, possibili vettori per diffondere il gas mostarda, sono stati distrutti, secondo l'Organizzazione. Chiamato anche iprite, il gas mostarda provoca gravi ustioni a occhi, pelle e polmoni.